Il 31 agosto un esperto aveva anticipato i piani di Hamas: “Attaccherà a ottobre”. Ma fu ignorato
“Una guerra contro Israele potrebbe cominciare a settembre o ottobre 2023”. L’attacco di Hamas a Israele, compiuto sabato 7 ottobre, non è stato una sorpresa per tutti. In particolare non per Yigal Carmon, esperto di antiterrorismo e per anni consigliere dei premier israeliani Yitzhak Shamir e Yitzhak Rabin. Carmon, nome di primissimo piano nella comunità dell’intelligence di Israele, il 31 agosto ha pubblicato un articolo sul sito del Memri, il Middle East Media Research Institute che dirige. Il titolo dell’articolo lascia poco spazio a interpretazioni: “Segnali di una possibile guerra a settembre-ottobre”. E oggi, alla luce delle news delle ultime 72 ore, diventa un documento impressionante per lucidità, chiarezza e precisione.
L’allarme sui piani di Hamas ignorati da Israele
Nell’articolo, strutturato in 5 punti, Carmon delineava il quadro che effettivamente ha portato all’inizio di un conflitto. “Ultimamente si sono moltiplicati i segnali secondo cui una guerra contro Israele potrebbe scoppiare a settembre o ottobre 2023. La causa scatenante potrebbe essere una spirale di scontri violenti che provocherebbero molte vittime, o l’uso di nuove armi che provocherebbero molte vittime per la parte israeliana e che Israele non sarebbe in grado di contrastare con le sue regolari misure antiterrorismo”, scriveva l’esperto.
“Sebbene né Hamas né Hezbollah siano ansiosi di avviare uno scontro globale con Israele, tale confronto potrebbe derivare da un deterioramento incontrollato della situazione sul terreno o dall’uso di armi nuove e insolitamente letali da parte di questi movimenti”, aggiungeva nell’analisi che, riletta oggi, appare impressionante per precisione e correttezza.
Lo scambio di minacce che segnalava Yigal Carmon
Se il primo punto si concentrava sulle provocazioni di Hezbollah al confine settentrionale di Israele, il secondo punto si concentrava – in relazione a Hamas – sull'”adozione di metodi di combattimento a Gaza, da parte delle organizzazioni terroristiche islamiche in Cisgiordania, come il lancio di razzi”. Nel documento, in particolare nel quarto punto, Carmon sottolineava che “i leader delle organizzazioni terroristiche hanno recentemente aumentato le loro minacce di una guerra regionale globale, in risposta alle minacce israeliane di assassinare gli autori di azioni terroristiche e i loro mandanti”.
Il riferimento al leader dell’organizzazione terroristica
Nell’articolo si faceva riferimento in particolare a Saleh ‘Arouri, leader di Hamas: “In un’intervista ha minacciato di intensificare il confronto con Israele fino al punto di una guerra globale: ‘Ci stiamo preparando per una guerra globale e ne stiamo discutendo a porte chiuse con tutti gli elementi e le componenti che sono collegati a questa guerra'”. I segnali, in sostanza, per l’esperto erano evidenti.
Nel testo si evidenziava il coinvolgimento dell’Iran per la creazione di un ‘asse’ anti-israeliano e si citavano incontri ad alto livello a Beirut, evidenziati nelle ultime ore dal Wall Street Journal. Carmon ne parlava 40 giorni fa, con la convinzione che esistesse la “possibilità di un aumento senza precedenti del numero di vittime israeliane a seguito dell’uso di nuove armi mortali, con Israele costretto a rispondere anche a costo di una guerra globale”.