E’ morto Sergio Staino, attraverso il personaggio di Bobo ha raccontato l’Italia e la sinistra
È morto all’età di 83 anni Sergio Staino. Il vignettista, papà di Bobo ed ex direttore dell’Unità, era ricoverato da qualche giorno a Firenze: da tempo era malato.
Cresciuto a Piancastagnaio, in provincia di Siena, si era laureato in architettura. Debuttò nel mondo dei fumetti con Bobo, il suo personaggio più famoso, nel 1979 sulla rivista Linus diretta da Oreste Del Buono. Un personaggio che alcuni hanno accostato all’Idiota di Dostoevskij. Un omone un po’ calvo e con barbetta, vagamente somigliante a Umberto Eco, ovviamente comunista come impostazione ideologica ma di animo critico anche verso il suo partito di riferimento come la satira richiede.
In una intervista prima che la sua malattia degenerasse Staino aveva parlato della sua passione per il disegno: “Appena avevo tensioni, paure, angosce iniziavo a disegnare e, quando le figure prendevano forma, il disegno cresceva e le mie angosce svanivano, tutto volava via – ricorda – Il disegno era il ventre materno. Mia mamma mi aveva insegnato a disegnare, spesso lo facevamo assieme”.
Nel 1986 fonda e dirige il settimanale satirico Tango e nel 1987 realizza per Rai3 il programma Teletango. Poi, sempre per la Rai, il programma Cielito Lindo, un varietà satirico condotto da Claudio Bisio e Athina Cenci. Nel 1989 dirige e sceneggia il film Cavalli si nasce, e nel 1992 Non chiamarmi Omar, sviluppato a partire da un racconto di Altan. Nel 2007 realizza Emme, “periodico di filosofia da ridere e politica da piangere”, supplemento settimanale de l’Unità, continuando le sue collaborazioni anche con televisione, cinema e teatro.
Nel 2016 Matteo Renzi, premier e segretario dem, gli affida l’Unità in affiancamento ad Andrea Romano. Ci resta circa un anno, fino all’aprile 2017, quando rassegna le dimissioni. Torna direttore il mese successivo e rimane in carica fino alla chiusura del giornale, il 2 giugno 2017. Dopo la chiusura dell’Unità, arrivano le collaborazioni per La Stampa e l’Avvenire.