Bonomi: non sono pessimista, l’Italia crescerà 16 punti in più della Germania. La nostra industria è forte
“Penso che sia una manovra molto ragionevole. Con le risorse finanziarie che aveva a disposizione il governo cerca di mantenere il taglio contributivo del cuneo fiscale. Quello che noi adesso vogliamo vedere è quanto viene messo sullo stimolo agli investimenti, che è la cosa più importante in questo Paese in quanto stanno rallentando in maniera molto forte”, lo ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ad ‘Agorà’ su Rai Tre.
Bonomi: non c’erano risorse per interventi strutturali
“Con le risorse che avevano era molto difficile pensare a interventi strutturali se non si aggredisce la spesa pubblica, il tema è questo. La spesa pubblica corrente in Italia ogni anno è pari a 1.100 miliardi. Se si potesse riqualificare il 4-5% della spesa pubblica, e si può fare, avremmo le risorse a disposizione per fare gli interventi strutturali”.
L’Italia crescerà 16 punti in più della Germania
Bonomi si è però detto non troppo pessimista sulle stime di crescita. “Noi non siamo stati troppo ottimisti prima e non siamo troppo pessimisti ora”. “Guardando le proiezioni – ha aggiunto – noi quest’anno cresceremo dello 0,7-0,8%. La Germania ha annunciato una recessione, un -0,7-0,8%. Stiamo parlando di 16 punti di crescita più della Germania. Tanti anni fa per un punto avremmo firmato. Questo dice quanto è forte l’industria italiana. Ovviamente quello che sta succedendo a livello internazionale ha portato a una contrazione del commercio mondiale, e noi sappiamo quanto è importante l’export per l’economia italiana. Quindi segnali di preoccupazione ci sono, però strutturalmente l’industria italiana è forte”.
Italia costantemente in emergenza negli ultimi 4 anni
“Negli ultimi 4 anni siamo costantemente in emergenza, dal Covid, allo choc energetico a quello delle materie prime, alla guerra in Ucraina fino ad arrivare all’ultimo conflitto. E’ segno evidente che non sono più emergenze. I fattori esogeni sono diventati la costante nell’economia mondiale. Quindi dobbiamo fare anche la capacità di una grande lettura di questi fenomeni e attrezzarci per essere strategicamente indipendenti”.