Varchi (FdI) omaggia gli avvocati uccisi da mafia e Br: Ambrosoli, Croce e Fragalà non si fermarono davanti al pericolo (video)

28 Set 2023 12:31 - di Redazione

C’è un filo che va “ad unire”, secondo Carolina Varchi, parlamentare Fdi, segretario di presidenza della Camera dei Deputati e capogruppo in Commissione Giustizia per Fratelli d’Italia ”le vite straordinarie di Giorgio Ambrosoli, Fulvio Croce ed Enzo Fragalà”.

E questo filo “è la comune coscienza del rischio a cui andavano incontro. La consapevolezza, cioè – sottolinea la parlamentare di Fratelli d’Italia portando i saluti di FdI al convegno su “Autorevolezza e martirio dell’Avvocatura. Testimonianze ancora vive” organizzato ieri a Montecitorio (qui il link al quale di può vedere il video) insieme con l’Associazione Nazionale Avvocati italiani, – che la loro scelta di onestà, di integerrima adesione ai principi umani e costituzionali incarnati da un avvocato, avrebbero potuto costringerli a pagare un prezzo altissimo. E così è stato, purtroppo, in periodi molto diversi della storia del nostro Paese”.

“Ma è proprio questo l’aspetto – annota Carolina Varchi parlando nella Sala dei gruppi parlamentari alla Camera – che rende le loro figure esempi luminosi per la nostra categoria. Figure delle quali dobbiamo essere orgogliosi come avvocati e come italiani”.

“Le loro storie – ricorda la Varchi – ammoniscono noi tutti che la violenza può assumere volti sempre diversi, a seconda dei periodi storici”.

L’avvocato Enzo Fragalà, parlamentare di Alleanza Nazionale, docente universitario e noto  penalista, è stato ucciso dalla mafia, ha stabilito la magistratura palermitana al termine dei processi, a distanza di 13 anni dall’omicidio, perché non era disponibile e, anzi, sfidava Cosa Nostra anche convincendo i suoi imputati ad aprirsi alla Giustizia.

Giorgio Ambrosoli venne ammazzato perché, da commissario liquidatore della Banca Privata Italiana e delle attività finanziarie del banchiere Michele Sindona, era una figura scomoda per il potere, che doveva essere tolta di mezzo. E così fu fatto.

Fulvio Croce venne ucciso da un commando delle Brigate Rosse a Torino nell’aprile del 1977, in particolare da Rocco Micaletto, che gli sparò 5 colpi in testa perché, dopo che tutti gli altri avvocati aveva rifiutato la difesa dei Br nel 1976 era stato indicato difensore d’ufficio dei brigatisti dal presidente della Corte d’Assise. E le Br, che avevano revocato tutti i difensori, gliela fecero pagare.

“Nelle vicende umane che abbiamo ricordato oggi – dice Carolina Varchi ricordando i tre avvocati davanti all’avvocato Marzia Fragalà, figlia di Enzo, all’avvocato Giorgio Ambrosoli, figlio di Umberto e all’avvocato Enrica Maggiora, presidente della Fondazione dell’Avvocatura torinese Fulvio Croce – l’aderenza ai più nobili principi della professione è stata pagata col martirio”.

Fulvio Croce – rammenta la parlamentare di Fratelli d’Italia – assicurò il diritto alla difesa anche a coloro i quali saranno i mandanti del suo assassinio, Giorgio Ambrosoli condusse fino alla fine il suo compito nella consapevolezza – messa nera su bianco in una toccante lettera alla moglie – del rischio incombente, mentre Enzo Fragalà ha pagato con la vita la ricerca della verità e la volontà di indicare a chi aveva sbagliato la strada della giustizia”.

“Da questo convegno, però, emerge un tangibile segno di speranza – conclude Carolina Varchi. –  È nella figura dei relatori di oggi. Di chi porta avanti la Fondazione Croce e dei figli di Ambrosoli e Fragalà: col loro impegno e con la loro scelta di vestire la toga, – conclude Varchi – mantengono ogni giorno viva la testimonianza e l’esempio di queste figure straordinarie”.

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