Terrorismo, ricorso alla Cedu contro la Dottrina Mitterrand: “Parigi protegge degli assassini”
“Il sacrificio delle vittime del terrorismo degli anni di piombo è stato un sacrificio che ha permesso alla democrazia di tenere la schiena dritta. Le vittime sono state i padri della Patria”. Così l’avvocato Valter Biscotti nel corso della conferenza stampa nella sede della Stampa Estera a Roma, dove è stato illustrato il ricorso presentato alla “Corte europea dei diritti dell’Uomo” contro il diniego alla richiesta di estradizione nei confronti dei 10 terroristi italiani rifugiati in Francia. Il ricorso è stato presentato alla Cedu dall’avvocato Biscotti, dopo la sentenza del 28 marzo 2023 in cui la Suprema Corte francese ha reso definitivo il diniego alla richiesta di estradizione presentata dallo Stato italiano il 28 gennaio 2020 nei confronti dei 10 terroristi italiani, che si rifugiarono in Francia e che sono rimasti “impuniti” grazie alla dottrina Mitterand, secondo la quale i cittadini italiani, ricercati per “atti di natura violenta ma d’ispirazione politica” potevano godere del diritto all’asilo politico in Francia.
Il ricorso contro la Cassazione francese a tutela delle vittime del terrorismo
Il ricorso presentato dall’avvocato Valter Biscotti ruota attorno al diniego della Suprema Corte francese, che ha confermato il rigetto all’estradizione dei 10 terroristi delle Brigante Rosse. Per i 10, tra cui figurano Giorgio Pietrostefani, condannato per l’omicidio Calabresi, le ex brigatiste Marina Petrella e Roberta Cappelli, il tribunale francese aveva già negato, il 29 giugno del 2022 l’estradizione chiesta dall’Italia. La presidente della Chambre de l’Instruction aveva motivato il diniego facendo riferimento al rispetto della vita privata e familiare e con il diritto a un equo processo con le garanzie previste dagli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che, in questo caso, secondo gli alti magistrati francesi sarebbero stati disattesi. Il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron il giorno dopo, la sentenza aveva però affermato che i 10 ex Br dovevano essere giudicati in Italia. Nel marzo del 2023 la Corte di Cassazione francese aveva confermato le decisioni dell’Appello.
“Vogliamo giustizia e non vendetta”
“Noi non vogliamo vendetta ma giustizia. Una giustizia che le autorità francesi ci hanno negato. Per noi è una via Crucis che dura da 44 anni”. E’ quanto hanno affermato Pietro e Santina Granato, fratelli di Mchele Granato, l’agente di polizia ucciso dalle Brigate Rosse il 9 novembre del 1979 a Roma. “Quelli che vivono in Francia sono assassini: uccidevano servitori dello Stato, per loro erano numeri – hanno aggiunto i familiari che vivono in Sicilia -. Il nostro ricordo va a quel giorno: appurammo della morte chi dai giornali, chi dalle forze dell’ordine. Un dolore che dura da oltre 40 anni” le parole dei fratelli Granato fautori del ricorso.