Sinistra e familismo: una storia senza fine tra moglie e figli diventati deputati

13 Set 2023 10:36 - di Mario Campanella
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La sinistra è da sempre familista, portata a celebrare istituzionalmente i rapporti personali e familiari. Ma anche su questo, ovviamente, presa com’è dal furore di un’antica (e mai spiegata) consapevolezza di superiorità intellettuale rispetto agli altri, giustifica le travi dei propri occhi per lanciare anatemi contro le pagliuzze altrui. Ne parla compiutamente su Il Giornale Stefano Zurlo, elencando il lungo rosario di commistioni familiari e dimenticandosene legittimamente altre, avvenute nelle latitudini meridionali.

La sinistra e le mogli in Parlamento

Da lady Fratoianni a lady Franceschini, la sinistra ha pensato bene di portare in Parlamento, alle ultime elezioni politiche, le consorti di due leader importanti del suo schieramento. Elisabetta Piccolotti, divenuta ormai ospite fissa dei talk show, è la moglie di Nicola Fratoianni, segretario di Si e oggi leader di Avs, la sinistra più radicale alleatasi con il Pd alle politiche di un anno fa. Michela Di Biase, invece, è la moglie di Enrico Franceschini, uno dei maggiorenti di Largo del Nazareno, probabilmente il più influente in termini di maggioranza relativa. Entrambe ovviamente rivendicano di essere state scelte “per meriti” e non per la coincidenza coniugale.

Il figlio dello “sceriffo” e la saga dei Pittella

Sempre nell’ambito della perpetuazione dinastica, non sfugge a questa analisi “lo sceriffo”, il governatore della Campania Vincenzo De Luca, che ha eletto il figlio Piero alla Camera già nel 2018 e lo ha fatto riconfermare il 2022. De Luca junior è entrato in guerra con Elly Schlein e la guerra ha coinvolto anche il papà, diventato uno dei nemici più acerrimi della segretaria.

Ancora più clamorosa la saga dei Pittella nella piccola Basilicata, inaugurata da “Mimì”, medico e senatore socialista che fu anche arrestato per avere prestato soccorso clandestino alla terrorista Natalia Ligas nel 1981. I due figli, Marcello e Gianni, si sono divisi per anni il potere nella piccola Lucania. Uno era parlamentare nazionale ed europeo e l’altro Presidente della Regione.

Il caso Emiliano

Michele Emiliano magistrato prestato (anzi, ormai ceduto definitivamente) alla politica nominò nel giorno del suo insediamento la sua compagna di vita, Elena Laterza, come portavoce. Un incarico fiduciario, quindi nessun illecito, ma sicuramente inopportuno, visto anche l’alto stipendio percepito.

Una lunga tradizione “di sinistra”

La tradizione comunista del “tengo famiglia” superava addirittura quella democristiana. La inaugurò Il Migliore, Palmiro Togliatti, portando nella Costituente la sua compagna di vita (allora more uxorio) Nilde Iotti, che poi sarebbe diventata una politica di spessore. Fausto Gullo, giurista e ministro prima dell’Agricoltura e poi della Giustizia, fece altrettanto con il figlio Luigi. Nessuno mette in dubbio l’autorevolezza di questi personaggi, cosi come quella della coppia Alfredo Reichlin-Luciana Castellina. La differenza è la solita: storicamente, qualsiasi cosa provenga da sinistra è legittimata per sua definizione, mentre se un incarico di partito viene conferito a un familiare di un esponente di rilievo della destra si grida allo scandalo. Comme d’habitude.

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