Scuola, sì alla riforma. Basta buonismo di sinistra, con il 6 in condotta si verrà rimandati a settembre

18 Set 2023 20:13 - di Leo Malaspina

La rivoluzione del merito e dell’educazione inizia con il decreto Valditara varato oggi in Consiglio dei ministri per riformare il modello scuola “buonista” della sinistra. Il governo ha dato il via libera al disegno di legge che riforma gli istituti tecnici e professionali e stabilisce la revisione disciplina in materia di valutazione del comportamento degli studenti a scuola. Il comportamento degli studenti a scuola diventa strumento contro gli atti di violenza e bullismo. Il voto in condotta avrà più importanza nella valutazione complessiva di uno studente, verrà ripristinato alle medie e inciderà sui crediti per l’ammissione all’Esame di Stato.

Scuola, la riforma del voto in condotta

La normativa attuale, partorita dall’ex ministro del Pd Valeria Fedele, prevede che la bocciatura, a seguito di attribuzione di 5 per la condotta, sia attuata esclusivamente in presenza di gravi atti di violenza o di reati. Con la riforma si stabilisce invece che l’assegnazione del 5, e quindi della conseguente bocciatura, potrà avvenire anche a fronte di comportamenti che costituiscano gravi e reiterate violazioni del Regolamento di istituto. Alle superiori, infine, l’assegnazione del 6 per la condotta genererà un debito scolastico in materia di Educazione civica, che dovrà essere recuperato a settembre con una verifica avente ad oggetto i valori costituzionali e i valori di cittadinanza. Si verrà rimandati a settembre, dunque, in materia di Educazione civica, e l’esame dovrà essere recuperato a settembre con una verifica sui valori costituzionali e i valori di cittadinanza. Quanto alla sospensione, fino a 2 giorni non prevederà l’allontanamento dalla scuola ma al contrario le lezioni in classe, più impegno e più studio. Qualora la sospensione superi i 2 giorni, lo studente dovrà svolgere attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate, attività che potrà proseguire se lo stabilirà il consiglio di classe, i cosiddetti “lavori socialmente utili”.

Valditara e Meloni soddisfatti

“Oggi l’istruzione tecnica e professionale diventa finalmente un canale di serie A, in grado di garantire agli studenti una formazione che valorizzi i talenti e le potenzialità di ognuno e sia spendibile nel mondo del lavoro, garantendo competitività al nostro sistema produttivo”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “L’Italia è il secondo Paese manifatturiero in Europa: secondo i dati Unioncamere Excelsior, dalla meccatronica all’informatica serviranno da qui al 2027 almeno 508mila addetti, ma Confindustria calcola che il 48% di questi sarà di difficile reperimento. A settembre 2023 questo dato ha già raggiunto quota 48% (+ 5 punti rispetto al 43% di un anno fa, nel 2019 era il 33%). Il decreto approvato oggi ha l’obiettivo di trasformare questi numeri allarmanti in una grande opportunità per i nostri giovani”.

“Inoltre, la riforma del voto in condotta responsabilizza i ragazzi e restituisce autorevolezza ai docenti. Prosegue con atti concreti il nostro percorso di ricostruzione di una scuola che dia valide opportunità ai nostri giovani, valorizzi i territori e offra competenze di qualità alle imprese. Nel contempo, una scuola che sia anche capace di affermare la cultura del rispetto”, ha concluso il ministro.

“Ringrazio il ministro per l’istruzione e il merito, Giuseppe Valditara, per aver portato in Cdm due riforme particolarmente urgenti e sentite. La riforma dell’istruzione tecnico professionale è di particolare importanza, è molto attesa dalla scuola italiana, dall’opinione pubblica e dalle forze produttive” ha invece detto la Meloni nel corso del Consiglio dei ministri.

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