Ritrovata un’antica e suggestiva preghiera bizantina in versi dedicata all’angelo custode

26 Set 2023 11:48 - di Redazione

Scoperta una preghiera bizantina in greco copiata nei primi fogli di un manoscritto della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. Durante la ricerca di manoscritti per i carmi di Ignazio Diacono (IX secolo), di cui sta preparando l’edizione critica e commentata, Federica Scognamiglio, allieva perfezionanda della Scuola Normale di Pisa,  si è imbattuta in un testo inedito, copiato nei primi fogli di un manoscritto della Biblioteca Medicea Laurenziana (Laur. Plut. 9.18). La pubblicazione, con traduzione italiana, è avvenuta sulla rivista “Byzantinische Zeitschrift“.

Il testo rinvenuto è una preghiera bizantina in greco di 456 versi in dodecasillabi bizantini attribuita nel titolo, erroneamente, a Giovanni Mauropode (XI secolo); questioni di metrica, lingua e stile hanno condotto Scognamiglio a rigettare tale attribuzione e a ricondurre il testo a una produzione originale dell’Italia meridionale, pur con forti influenze del poeta bizantino.

Il carme penitenziale, dedicato all’angelo custode, è una preghiera di devozione parziale, ossia composta non per la liturgia giornaliera ma principalmente per la preghiera personale, e la voce parlante del carme non è un determinato autore, ma espressione generale di ogni fedele. Il carme presenta i caratteristici topoi letterari del pentimento, della promessa di penitenza e della disperazione per i propri peccati alla fine della vita, e risulta particolarmente interessante la «raffigurazione letteraria» dell’angelo custode, immateriale e con precise caratteristiche divine, che fa rientrare il carme nei canoni dell’angelologia bizantina pur con alcune peculiarità, a cui Scognamiglio dedicherà studi futuri.

Si tratta di un componimento non privo di passaggi suggestivi, dove si legge: “Mostrandomi la via, non mi abbandonare in alcun modo, e cura pian piano, dolcemente, la lentezza del cuore appesantito – infatti è duro di cuore il genere umano, e lento all’azione del bene – dirigendo verso una vita perfetta, nel modo più bello congiunta alle idee delle cose belle” (vv. 39-45).

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