Purgatori, i periti della Procura: nessuna metastasi al cervello al momento del decesso

28 Set 2023 9:07 - di Redazione

Al momento del decesso del giornalista Andrea Purgatori, morto a Roma lo scorso luglio al Policlinico Umberto Primo dopo 11 giorni di ricovero, non c’erano metastasi al cervello.

Lo hanno stabilito gli esami istologici terminati ieri  nell’ambito dell’inchiesta che la Procura di Roma sta conducendo sulla morte del giornalista dopo la denuncia presentata dai suoi familiari.

Nel procedimento, aperto dai magistrati di piazzale Clodio, risultano indagati, con l’accusa di omicidio colposo, due medici: il professor Gianfranco Gualdi, responsabile della radiologia della Casa di Cura Pio XI di Roma, considerato un luminare, consulente del Vaticano da anni, da quando iniziò ad occuparsi di Papa Wojtyla, e il dottor Claudio Di Biasi, un membro della sua équipe.

Furono proprio Gualdi e Di Biasi a diagnosticare, per primi, il presunto tumore in stadio avanzato, con metastasi al cervello ad Andrea Purgatori prescrivendogli una radioterapia ad alto dosaggio.

Da lì per Purgatori iniziò un’odissea terminata con il decesso del giornalista al Policlinico Umberto Primo dov’era stato ricoverato..

Ma fra la diagnosi infausta di tumore al cervello con metastasi firmata da Gualdi e Di Biasi e la morte di Purgatori a luglio ci sono una serie di episodi che contraddicono pesantemente quanto messo nero su bianco dai due professionisti.

Tutto inizia ad aprile di quest’anno quando Purgatori, che accusa una strana stanchezza, si rivolge alla clinica privata Villa Margherita per fare alcuni esami e cercare di capire l’origine di quel malessere.

Dai risultati di quegli accertamenti, fra cui una Tac e una biopsia, emergono alcuni valori sballati che vengono inoltrati – il 24 aprile – alla Casa di Cura Pio XI dove lavorano proprio Gualdi e Di Biase.

Sono loro due a sottoscrivere la diagnosi di “tumore al polmone con metastasi diffuse agli organi vicini e al cervello”.

A quel punto, di fronte a quella valutazione terribile, Purgatori viene inviato presso un’altra Casa di cura per iniziare subito i cicli di radioterapia ad alto dosaggio.

Purgatori pur sentendosi molto stanco viene rassicurato: la radioterapia sta funzionando, le metastasi al cervello si sono ridotte.

Il declino fisico del giornalista, nonostante le cure, è evidente. E viene ricoverato di nuovo alla Clinica Villa Margherita.

E lì una nuova Tac sconvolge il quadro clinico: nessuna metastasi al cervello, solo alcune ischemie cerebrali.

La situazione è confusa. Anche una risonanza magnetica successiva esclude le metastasi al cervello. Come è possibile?

I nuovi esami contraddicono completamente quanto diagnosticato, all’inizio, alla Casa di Cura Pio XI, dove era stata formulata, per la prima volta, la diagnosi di “tumore al polmone con metastasi diffuse agli organi vicini e al cervello”.

Ai primi di luglio Purgatori decide per il ricovero all’ospedale Umberto Primo: si sente pesantemente stanco, affaticato, cerca di capire qual’è davvero la verità sul suo quadro clinico.

Un radiologo che lavora presso il Policlinico dove è ricoverato Andrea e che collabora anche con Gualdi oltre ad aver firmato la famosa prima diagnosi di “tumore al polmone con metastasi diffuse agli organi vicini e al cervello” conferma ai familiari del giornalista quel referto nonostante tutti gli esami successivi lo contraddicono.

Undici giorni dopo il ricovero Andrea Purgatori muore all’ospedale Umberto Primo. Che cosa è accaduto davvero?

Ieri si è tenuto un incontro tra i consulenti dei pm e quelli delle parti dopo l’attività effettuata in queste settimane all’istituto di medicina legale del Policlinco di Tor Vergata.

“In relazione ai risultati preliminari della consulenza tecnica, circolati oggi, la famiglia Purgatori prende atto dell’assenza di metastasi cerebrali a carico di Andrea Purgatori e, come fin dall’inizio di questa vicenda, continua ad confidare nell’operato della magistratura – dicono i legali della famiglia del giornalista – con l’unico intento di far accertare la verità degli eventi e le eventuali responsabilità”.

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