No al rigassificatore vicino casa sua, Fabio Fazio leader della protesta di Savona. Toti lo zittisce

11 Set 2023 9:29 - di Marta Lima

Toh, chi si rivede, Fabio Fazio, il “martire” della Rai che si è trasferito, pagato a peso d’oro, sulla Sette agli albori del governo Meloni. La sua opposizione da televisiva diventa anche balneare e il popolare presentatore tv si schiera al fianco della protesta contro il rigassificatore nel mar ligure prospiciente Savona. Perché lui è di lì, perché là vicino c’è casa sua, perché il vizietto italiano del “ovunque ma non nel mio giardino” trionfa anche nella sua morale. Ieri sulle spiagge del Savonese è andata in scena una protesta con catena umana di centinaia di metri per manifestare il dissenso contro il rigassificatore.

Il rigassificatore che non piace a Fazio

“Facciamo un gioco: area marina protetta, spiagge Bandiera blu, turismo e croceristi, Baia della ceramica e rigassificatore. Qual è l’intruso? Premetto che nessuno desidera un impianto di rigassificazione vicino alla propria città, ma tutti, in contemporanea, vogliono avere garantita l’erogazione del gas in casa. La questione, quindi, non è di facile soluzione. Tuttavia, la scelta appare incomprensibile – conclude Fazio – Ci sono voluti decenni di transizione, perché Savona e il suo litorale passassero dall’essere concepite e vissute come città industriali a territorio turistico. Ora che il percorso è quasi completato, si torna indietro con una manovra che, almeno ai miei occhi, è difficile da comprendere”.

La replica di Toti: “Tante inesattezze nella tua protesta…”

“Sempre apprezzando l’equilibrio dei tuoi toni, mi permetto di dissentire dal tuo punto di vista. Innanzitutto il rigassificatore non sarà collocato nel perimetro dell’area marina di Bergeggi. Al contrario, la nave in questione stazionerà in uno spazio di mare dove già oggi sostano ogni anno centinaia di navi, alcune con materiali più problematici del Gnl. Hai ragione quando parli di Savona come territorio in rapida crescita turistica. Ma il turismo, che la mia amministrazione ha sostenuto come nessuno prima, non può essere considerato incompatibile, con lo sviluppo della logistica e della portualità, altra fonte di reddito e lavoro indispensabile per noi e strategica per il paese e il suo sistema industriale”, è la replica arrivata dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, commissario di governo per il rigassificatore al largo di Vado Ligure, in un messaggio a Fabio Fazio.

Le navi che già solcano il mare e l’impianto che esiste già…

Toti ricorda che nei porti liguri arrivano petrolio, gas, prodotti chimici, “che dopo aver stazionato fuori dalle nostre dighe foranee, esattamente come il rigassificatore, attraccano addirittura alle nostre banchine, con procedure di sicurezza collaudate e sperimentate. Ma non solo questo: in alcune delle baie più belle della regione, come ad esempio Riva Trigoso, convivono cantieri navali importanti e turismo. Ancorato a terra, e non in mezzo al mare – prosegue Toti – esiste da 40 anni un rigassificatore nel golfo di Spezia: questo non ha impedito a Lerici, Tellaro, Porto Venere, le Cinque Terre di diventare luoghi turistici tra i più frequentati d’Italia. E d’altra parte, come hai già detto tu, il Porto di Vado, il suo terminale petrolifero, il Porto di Savona, tra i più trafficati di Italia, non hanno in questi anni impedito a quella provincia di coltivare la sua vocazione turistica con successo”. La scelta di Vado “non sembra così stravagante, caro Fabio. È la stessa ragione per cui la regione ospita il principale sistema portuale del paese: il gas serve alle imprese e la maggior parte delle industrie si trova nel nord del paese”.

Il rigassificatore è anche in altre regioni

Da qui – prosegue Toti – la scelta del piano energetico nazionale di posizionare un rigassificatore in Liguria, uno in Romagna a Ravenna, uno in Veneto a Rovigo. “Una scelta razionale in relazione ai consumi. L’importante è che tutto sia fatto in piena sicurezza e su questo vigileranno il ministero dell’Ambiente, dove si terrà la procedura di Valutazione di Impatto ambientale, e ben 53 enti di sicurezza che dovranno esaminare la pratica”. Secondo Toti “è giusto farsi domande e dibattere civilmente sulla qualità delle scelte della politica, ritengo meno giusto, come vedo in questi giorni, certo non da parte tua, alimentare sospetti e paure. Resto a tua disposizione per illustrarti la questione, certo che la tua potente voce vorrà essere al servizio della verità e delle necessità di un paese”.

 

La catena umana in spiaggia (video)

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *