Nagorno-Karabakh, l’Azerbaigian annuncia il cessate il fuoco: i separatisti depongono le armi

20 Set 2023 12:16 - di Redazione
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C’è stata una svolta nella crisi tra Azerbaigian e Armenia, che ieri ha visto un attacco azero in Nagorno-Karabakh. Gli scontri, secondo l’ultimo bilancio, hanno causato 32 vittime, fra le quali due bambini, e oltre 200 feriti: i separatisti armeni hanno accettato la deposizioni delle armi chiesta da Baku come condizione per la fine dell’operazione e già per domani è previsto l’avvio dei negoziati. Sul caso, che ha creato grande allarme nella comunità internazionale, in mattinata si è registrato anche un appello del Papa “a tutte le parti in causa e alla comunità internazionale” per far “tacere le armi” e compiere “ogni sforzo per trovare soluzioni pacifiche per il bene delle persone e il rispetto della vita umana”.

L’Azerbaigian annuncia la fine dell’operazione in Nagorno-Karabakh

A dare comunicazione del raggiungimento dell’accordo per la sospensione di quella che Baku aveva definito una “operazione antiterrorismo” è stato il ministero della Difesa azero, citato dall’agenzia di stampa Tass, che ha precisato che è entrato in vigore alle 12 di oggi ora di Mosca. “Il ministero della Difesa della Repubblica dell’Azerbaigian riferisce che, tenendo conto dell’appello dei rappresentanti degli armeni residenti nel Karabakh, ricevuto tramite il contingente russo di mantenimento della pace, è stato raggiunto un accordo per sospendere le misure antiterroristiche locali”, si legge nel comunicato della Difesa di Baku.

La deposizione delle armi da parte dei separatisti e il ruolo della Russia

Come parte degli accordi raggiunti, “i gruppi illegali consegneranno tutte le armi e le attrezzature pesanti”, si legge ancora nel comunicato, secondo quanto riferisce Ria Novosti, che precisa che dopo aver lanciato l’operazione ieri l’esercito azero ha preso il controllo di oltre 90 posizioni militari armene. L’amministrazione presidenziale azera ha annunciato per domani un incontro con i rappresentanti degli armeni del Karabakh “per discutere le questioni del reinserimento in base alla Costituzione e alle leggi del Repubblica dell’Azerbaigian”.

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