Migranti, la Croce rossa italiana all’Onu: “Capire il fenomeno per gestirlo e respingere le fake news”
Immigrazione, l’Onu batta un colpo. “Che quella dei fenomeni migratori fosse una parte essenziale dell’agenda, qui alla 78° assemblea generale delle Nazioni unite, era abbastanza scontato”. È il messaggio del presidente della Croce rossa italiana, Rosario Valastro, dal Palazzo di Vetro a New York. “Ovunque si parla di Lampedusa e dei maggiori punti di arrivo delle persone migranti e degli aiuti umanitari. Ma si discute anche, tra gli Stati, di come gestire questo fenomeno“.
Onu, la Croce rossa italiana: comprendere i motivi dei migranti
“Noi come Croce Rossa – sottoline Valastro – abbiamo ribadito due cose. La prima è la necessità di garantire l’accesso alla protezione internazionale da parte degli aventi diritto. E comunque alle cure mendiche per tutti coloro che sono in fuga. La seconda è, invece, la necessità di comprendere i motivi per i quali le persone migrano”. Un punto questo sottolineato più volte dal numero uno della Croce rossa italiana. “Solo conoscendo i motivi possiamo capire il perché di queste migrazioni, possiamo combattere le fake news, le discriminazioni. E consentire una gestione diversa del fenomeno”.
I progetti in Senegal, Mauritania, Mali e Gambia
“La Croce Rossa Italiana partecipa a un progetto della Federazione Internazionale di Croce Rossa che si basa in Senegal, in Mauritania, in Mali e nel Gambia“, racconta Valastro. “È un progetto che vede protagonisti sia i paesi di origine che di transito dei migranti. All’interno di questi paesi, anche tramite analisi cartografiche, sono stati individuati i punti con maggiori rotte migratorie. In questi punti sono stati stabiliti dei centri di accesso sicuro all’aiuto umanitario. Un po’ come erano i safe point della Croce rosa italiana nei Comuni dover era maggiore il numero di persone migranti sbarcate”.
Garantire cure mediche e generi di prima necessità
In questi punti di accesso umanitario – chiarisce – vengono garantiti i beni di prima necessità. Dalle cure mediche al supporto psicosociale, assistenza legale e aiuto nel contattare le famiglie di origine. Parlando con le persone si conoscono anche i motivi per cui migrano. E questo – conclude il presidente della Cri – può consentire una migliore gestione del fenomeno e un maggiore aiuto alle persone che sono più vulnerabili”.