Migranti, al via anche la controffensiva social ai trafficanti. Rampelli: “Fui crocifisso dalla sinistra, ma…”

20 Set 2023 11:26 - di Luciana Delli Colli
rampelli

A sei mesi da quando lanciò l’idea di utilizzare i social per avvertire i migranti sui rischi dei viaggi illegali e dissuaderli da intraprenderli e dalle reazioni caustiche della sinistra, i fatti danno ragione a Fabio Rampelli. E alla destra che poi quella strada ha deciso di percorrerla davvero. “Sei mesi fa sono stato crocefisso quando parlai di campagne di informazione sui social in quelle nazioni”, ha ricordato il vicepresidente della Camera in un’intervista al Giornale, commentando in particolare la campagna lanciata dalla Regione Piemonte che ha ingaggiato un noto gruppo senegalese per comporre e cantare un brano sul tema, che ora sta passando nelle radio del Paese. A confortare l’idea di Rampelli c’è anche il riscontro che sta avendo il video in cui Giorgia Meloni avverte i migranti che “non conviene” venire in Italia illegalmente, che sta passando sui canali delle ambasciate italiane nei Paesi di origine e che si connota come il primo passo delle campagne di comunicazione annunciate dal governo.

Rampelli: “La sinistra mi crocifisse, ma è dimostrato che i trafficanti usano i social”

“Qualunque persona, anche la più disperata, non va a rischiare di morire con tanta disinvoltura. Mi pare ovvio, ed è stato dimostrato dai documenti raccolti, che i trafficanti di esseri umani pubblicizzino viaggi/crociera in Italia che poi si scoprono essere roulette russe… una tragedia nella tragedia”, ha sottolineato Rampelli, sottolineando che “le comunicazioni che giungono in Africa sono vere e proprie fake. Non fanno vedere i gommoni stracolmi e laceri, né le attività di spaccio e prostituzione cui sono spesso costretti i migranti, nemmeno quelle dei tanti senza fissa dimora che dormono tra i cartoni alle stazioni o nei giardini pubblici, senza giacigli e senza servizi primari”.

Le minacce a Meloni? “Chi minaccia ci rende più forte”

Dunque, per contrastare il business criminale dei trafficanti, serve anche una controffensiva mediatica. E sul fatto che possa funzionare un primo riscontro è arrivato qualche giorno fa dall’inattesa presa di posizione di Khalid Chaouki, ex deputato Pd ed ex presidente del Centro Islamico Culturale d’Italia, che con un intervento a sua firma su Libero ha rivelato che il video in cui Meloni annuncia l’accelerazione sui rimpatri “sta passando da un telefonino all’altro visto, condiviso e commentato da decine di migliaia di giovani arabi ed africani”. Una linea dura che non è passata inosservata neanche agli occhi dei trafficanti, le cui minacce al premier, rivelate ieri proprio dal Giornale, sono per Rampelli “un balsamo tonificante. Chi minaccia ci rende più forti”.

“Stiamo costruendo le condizioni per non far partire i barconi dall’Africa”

Più in generale, sul tema delle migrazioni Rampelli, nel colloquio con Francesco Boezi, che firma l’intervista, ha ricordato che “nessuna politica di equa distribuzione dei cosiddetti movimenti secondari degli immigrati tra i 27 Stati membri può funzionare se non si contrastano i movimenti primari. Il Commissario europeo Ursula von der Leyen ha detto che sarà l’Europa a scegliere chi far entrare e non i trafficanti”. “Stiamo costruendo le condizioni – ha quindi sottolineato il vicepresidente della Camera – per non far partire i barconi dall’Africa, salvando così altre decine di migliaia di vite umane dal rischio annegamenti. Per farlo servono accordi bilaterali, sviluppo del Piano Mattei e investimenti adeguati per sostenerlo unitamente al passaggio culturale da un approccio predatorio voluto contestualmente da una visione turbo liberista e dal suo simmetrico opposto totalitario”.

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