“Messina Denaro? Un boss diverso dagli altri, ora cerchiamo il successore”

26 Set 2023 11:01 - di Redazione

Racconta di essere rimasto colpito dalla figura atipica di Matteo Messina Denaro, dalla sua “fame” di cultura, dalle sue letture non banali e dall’utilizzo, quasi esibizionistico, di termini aulici quando parlava.

Lucio Arcidiacono (nella foto durante la perquisizione del secondo covo di Matteo Messina Denaro) è il colonnello del Ros che ha catturato il boss a gennaio nella clinica palermitana dove il mafioso, morto ieri per le conseguenze di un tumore al colon, andava a farsi curare.

In due interviste, al Messaggero e al Giornale, Arcidiacono ricostruisce questo aspetto curioso di Messina Denaro, il suo distaccarsi dalle figure storiche del classico padrino, così come si è sedimentato nell’immaginario collettivo.

“Sono stato colpito dal fatto che avevo davanti un mafioso che, in maniera evidente, nei gesti e nel linguaggio, non rispecchiava per nulla lo stereotipo dello stragista irriducibile come eravamo abituati a immaginarlo – ricorda il colonnello del Ros in un’intervista al Messaggero. – Pensavamo fosse simile agli altri boss catturati, come Riina e Provenzano, e invece no. Cercava di mostrarsi colto. Era evidente la ricerca di termini aulici: lo faceva in maniera ostinata, per volerci dare prova che non era un semplice mafioso solo con la licenza media”.

C’era esibizionismo, certamente. Ma, in effetti, Matteo Messina Denaro coltivava la sua passione per la lettura. E questa piccola biblioteca che gli è stata trovata dai carabinieri del Ros può raccontare molto sul personaggio.

“La documentazione che abbiamo sequestrato dal 16 di gennaio in poi è preziosa – continua Arcidiacono. – Non mi aspettavo di trovare tutti quei libri che abbiamo invece rinvenuto e che evidentemente il boss ha letto negli ultimi anni. Mi ha sorpreso la complessità di alcune letture. Messina Denaro poi ha usato molte precauzioni ed era solito celare l’identità dei suoi accoliti con nomi in codice sulla cui decifrazione stiamo lavorando”.

Quanto al passaggio di testimone del boss, “qualcuno dovrà prendere il suo posto, ma su questo ci sono indagini in corso di cui non posso parlare – dice Arcidiacono a ‘Il Giornale‘. – È un fenomeno, quello della successione guardato con estremo interesse investigativo. Il fatto di essere sfuggito alla cattura per 30 anni ha contribuito ad esaltarne l’immagine agli occhi dei suoi accoliti, ma con la sua cattura lo Stato ha fatto capire che non smetterà mai di cercare chi deve essere assicurato alla giustizia”.

“Non c’è stata alcuna resa – tronca, netto, Arcidiacono, le voci che circolano da gennaio. – Messina Denaro è stato un mafioso irriducibile fino alla fine. Prova è data dalle attività svolte dopo la cattura: nei covi abbiamo trovato documentazione importantissima che è servita per arrestare altri fiancheggiatori, oltre alla sorella Rosalia”.

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