Malagò al “Secolo”: «Le Olimpiadi di Roma un’occasione persa. Spalletti? De Laurentiis non rinuncerà alla clausola»
Giovanni Malagò, 64 anni, romano, Presidente del Coni dal 2013 e membro del Cio, affronta in un’intervista al “Secolo d’Italia” i temi dell’attualità, partendo dall’organizzazione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 e arrivando sino al caso Spalletti-De Laurentis.
Come sono i rapporti con il governo e come procede l’organizzazione di Milano-Cortina 2026?
“I rapporti con il governo sono eccellenti e siamo in stretto contatto per le Olimpiadi invernali. Prossimamente presenteremo al congresso Cio di Mombay lo stato dell’arte. Sono convinto che ce la faremo anche se i problemi italiani sono i soliti: gli intoppi burocratici, i ricorsi amministrativi per le gare fanno si che si ritardi sempre. Come italiani siamo geniali e risolviamo tutto all’ultimo ma se non avessimo tanti legacci sarebbe molto meglio”.
Pensa ancora alla mancata organizzazione di Roma 2024?
“Ogni giorno. Un’occasione persa per la Capitale e per l’Italia . Pensi cosa avrebbe significato per Roma ospitare le Olimpiadi. Quelle del 1960 portarono il muro torto, il villaggio olimpico, lo stadio Olimpico e tante altre infrastrutture. Saremmo stati al centro del mondo esaltando la bellezza della città più bella del mondo”.
Anche a Parigi mancherà il calcio mentre il basket dovrà fare il preolimpico.
“Ai ragazzi del basket non posso dire nulla. Hanno fatto un grande mondiale e mi auguro che possano comunque qualificarsi per Parigi. Sul calcio il discorso è diverso: abbiamo vinto l’oro a Berlino con quella nazionale di Vittorio Pozzo, in mezzo ai due mondiali e un bronzo ad Atene il 2004. Sono dispiaciuto per i ragazzi dell’under 21 che secondo me sono di qualità notevole. Partecipare alle Olimpiadi avrebbe consentito una finestra importante con la possibilità di poter schierare i fuoriquota”.
Chi sarà il portabandiera, Tamberi, Jacobs?
“È presto per dirlo. Chiaramente la storia dei portabandiera ci dice che deve essere un atleta che ha dato prestigio alla Nazione”.
Domani inizia l’avventura di Spalletti. De Laurentiis rinuncerà alla clausola?
“Sono amico di Aurelio e l’ho anche sentito ma conoscendolo difficilmente rinuncerà alle sue rivendicazioni. Certo, il tempo può aggiustare tutto e io confido in una soluzione amichevole. Intanto credo che Spalletti sia un tecnico straordinario in grado di dare una svolta alla nostra nazionale”.
L’Aia ha annunciato che si sospenderanno le partite con i cori razzisti…
“Mi sembra doveroso. I cori razzisti o di discriminazione territoriale sono odiosi e sono un problema anche per le società di calcio. Del resto, se il nostro calcio non cambia registro è difficile che possa essere attrattivo”.
Intanto incombe il pericolo arabo..
“Può essere un’opportunità per le nostre società ma anche un problema per il sistema. Ceferin ha giustamente detto che la Champions League non sarà accessibile ai club arabi ma qualcuno immaginava dieci anni fa che ci sarebbe stato un mondiale in Qatar a novembre? Io credo che gli arabi abbiano obiettivi che vanno al di là del loro torneo nazionale. Per il resto, se pensiamo ai casi di Tonali ( il Newcastle è un club di proprietà araba) e di Milinkovic Savic vediamo che i nostri club hanno fatto buoni affari investendo poi sui giovani”.
La Roma non riesce a fare il nuovo stadio..
“Pallotta ci aveva lavorato tanto e la stessa cosa stanno facendo i Friedkin. La soluzione Pietralata può essere buona ma se guardò al Santiago Bernabeu che è al centro di Madrid rimango basito. Uno stadio meraviglioso all’interno della città. In ogni caso speriamo di organizzare gli Europei del 2032 e di rifare gli stadi. Così come sono non ci rendono competitivi”.