L’ultima contro Trump: condannato per frode sulla base delle accuse della procuratrice generale dem di New York

27 Set 2023 10:25 - di Paolo Lami
DONALD_TRUMP

C’è la nera Letitia James, procuratore generale newyorkese e attivista del Partito Democratico statunitense, fotografata mentre manifesta a New York contro Trump agitando un cartello con la scritta “Resist“, il movimento dem nato proprio per ostacolare l’ex-presidente repubblicano, dietro l’ultima condanna per frode del tycoon ottenuta ora da un giudice federale, Arthur Engoron.

Nei mesi scorsi Letitia James aveva incriminato il tycoon in una causa civile sostenendo che l’imprenditore avrebbe gonfiato di 3,6 miliardi di dollari i valori immobiliari delle sue proprietà ottenendo così prestiti e mutui più vantaggiosi da banche e assicurazioni con benefici sostanziali di 150 milioni di dollari.

Il giudice ha accolto le contestazioni della James arrivando a revocare a Trump le licenze commerciali in maniera da impedirgli di esercitare la sua attività immobiliare a New York.

La questione sta scuotendo l’opinione pubblica negli Stati Uniti perché la James è dichiaratamente una attivista democratica e non ha mancato nel recente passato di contestare politicamente Trump.
Un paradosso incomprensibile in Italia. Negli Usa è considerato assolutamente normale che un magistrato, schierato apertamente con i democratici – per arrivare a sedersi, come prima donna nera degli Stati Uniti sulla poltrona di procuratore generale di New York ha partecipato alle primarie democratiche vincendole – possa poi incriminare il repubblicano Trump dopo aver partecipato a manifestazioni di protesta contro di lui.

La notte in cui fu eletta nel 2018, ricorda la Bbc, l’ex-consigliera comunale dem e difensore pubblico prese di mira Trump: “Dovrebbe sapere che noi qui a New York – e io in particolare – non abbiamo paura di te”, ha avvertito.

E ora è passata all’azione avviando, da 67º Procuratore Generale di New York, la causa civile contro Trump e la Trump Organization per aver mentito sul valore degli immobili al fine di ottenere prestiti favorevoli e pagare meno tasse.

L’ex-presidente ha parlato di “caccia alle streghe”. E ha definito “Letitia Peekaboo James” una “razzista” che ha fallito e ha abbandonato la corsa da Governatore nel 2022. Peekaboo, letteralmente “Cucù“, è un nomignolo beffardo che Trump ha coniato per l’esponente democratica, uno dei tanti nickname sarcastici che l’ex-presidente crea, di tanto in tanto, prendendo di mira in maniera canzonatoria i suoi avversari politici.

La James, dal canto suo, non si è tirata indietro. E con riferimento alle sue accuse formulate contro Trump di aver gonfiato i valori immobiliari, ha duellato a distanza: “Affermare di avere soldi che non si hanno non equivale all’arte dell’affare. È l’arte del rubare”. Si può immaginare in Italia un procuratore ingaggiare un duello verbale contro il proprio indagato.

E infatti Trump ha avuto buon gioco a ricordare che le precedenti dichiarazioni fatte contro di lui dalla James, in particolare quando lo ha definito “presidente illegittimo” durante la sua corsa alla carica di procuratrice generale di New York, dimostrano che sta portando avanti una vendetta politica contro di lui.

In una interrogatorio di quattro ore, sostenuto ad agosto, Trump si è rifiutato di rispondere, invocando il diritto del Quinto Emendamento contro l’autoincriminazione, alle centinaia di domande che Letitia James gli ha posto.

“In precedenza – ricorda ora la Bbc – la James aveva chiesto a un giudice di multare Trump di 10.000 dollari per ogni giorno in cui si era rifiutato di consegnare documenti relativi all’indagine civile. Ora cerca di vietare a Trump e alla sua famiglia di lavorare nel settore immobiliare o di ricevere prestiti a New York“.
Uno degli effetti immediati e che Trump potrebbe perdere il controllo della Trump Tower e del Trump Building a Wall Street.

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  • FABIO CASANATTA 27 Settembre 2023

    I soliti giochi sporchi dei comunisti