Kata, a tre mesi dalla scomparsa si scaverà dentro l’ex hotel Astor per cercare qualche traccia

11 Set 2023 16:55 - di Redazione

Si scaverà dentro l’ex hotel Astor di via Maragliano a Firenze per cercare possibili tracce di Kataleya, la bambina peruviana di 5 anni scomparsa nel nulla da oltre tre mesi. Forse già questa settimana. I carabinieri, coordinati dai magistrati Luca Tescaroli e Christine von Borries della Procura di Firenze,  svolgeranno nuove ricerche nell’albergo dismesso. Qui lo scorso 10 giugno è scomparsa la bimba, dove viveva con la sua famiglia e altre decine di persone occupanti abusivi dell’edificio. Quella imminente sarà una ricerca più invasiva rispetto a quelle condotte nel corso del mese di giugno.

Kata, le indagini e le piste

Nel frattempo, la Procura ha formalizzato una richiesta di rogatoria in Perù per acquisire alcune testimonianze di persone che si trovano nel paese d’origine della famiglia di Kata. La rogatoria è finalizzata ad ascoltare in particolare uno zio paterno di Kata, detenuto in un carcere di Lima; e un altro peruviano, recluso nello stesso carcere: protagonista di una vicenda droga che risale al maggio del 2022 a Firenze. Questo  per verificare l’ipotesi che la bambina possa essere stata rapita per sbaglio, così come prospettato agli inquirenti dal padre della bimba.

Giallo Kata, il giallo degli alloggi

Per quella vicenda di droga fu fatta una perquisizione in una casa a Firenze dove viveva anche una donna, mamma di una bambina della stessa età di Kataleya: madre e figlia sarebbero poi anche loro andate a vivere all’ex hotel Astor occupato. L’ipotesi è che Kata possa essere stata scambiata per quest’ultima bambina. E che sia stata rapita per una vendetta legata alla vicenda della droga. L’ipotesi principale dei pubblici ministeri è che Kata sia stata vittima di un sequestro di persona a scopo di estorsione: il che potrebbe essere derivato proprio dai rapporti conflittuali che sono sfociati nei reati commessi durante l’occupazione dell’ex hotel. Alcuni stretti familiari della bambina sono risultati coinvolti in quei delitti e sono stati arrestati. Tra le ipotesi sul rapimento di Kata c’è, infatti, anche quella di una ritorsione per il racket degli alloggi nell’ex albergo, che nel mese di agosto ha portato in carcere lo zio materno della piccola scomparsa.

Nuove testimonianze

Intanto nuove testimonianze sul caso del rapimento di Kata, arrivano nel corso di “Morning News” è Antonio Gerace, un testimone che il 14 giugno scorso avrebbe avvistato vicino Malpensa, precisamente a Busto Arsizio, una donna con una bambina che somigliava oggettivamente a Kata: “Inizialmente non ho dato peso a quello che ho visto poi una sera guardando in tv un servizio sul caso ho deciso di fare una segnalazione”. Il testimone ha raccontato di trovarsi all’ufficio degli ingressi al momento dell’incontro. E che, alla domanda di una signora italiana sul nome della bambina, la donna avrebbe risposto “Kata, diminutivo di Kattaleya“. Antonio Gerace ha poi concluso: “La bambina era molto tranquilla con la signora che l’accompagnava; non mi sembrava per nulla in difficoltà. Non mi sono soffermato sul viso della bimba, era arrivato il mio turno e dovevo fare le mie cose ma rivedendo le immagini in tv ho avuto dei dubbi”. Intanto, spuntano anche delle foto di un uomo incappucciato che avrebbe seguito la famiglia della bambina rapita dall’ex hotel Astor. Nel corso della trasmissione di Canale 5, l’investigatore Walter Piazza ha commentato il fermo immagine estrapolato dal video, in cui si vede un uomo incappucciato. “Si tratta di una figura misteriosa che seguiva da vicino i genitori e lo zio della bambina – ha spiegato Piazza -. Ho deciso di prendere un fermo immagine dal video di sorveglianza proprio perché l’uomo, sempre incappucciato anche d’estate, ha destato in me dei sospetti”.

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