Il giornalista critica il film perché “c’è poca diversità”: la replica del regista danese è da applausi (video)

11 Set 2023 13:13 - di Luisa Perri
regista danese, Maddsen

È passato quasi inosservato un siparietto sul delirio “politicamente corretto” al Festival di Venezia durante la conferenza di The Promised Land, film danese diretto dal regista Nikolaj Arcel, protagonista la star internazionale Mads Mikelsen. Una pellicola che porta la grave colpa per la stampa obnubilata dal pensiero “woke”, di non seguire le nuove regole di Hollywood. Nella pellicola c’è solo un rappresentanze di minoranze etniche e pare neanche uno del mondo Lgtbq+. Un peccato mortale, per il giornalista che ha rimproverato regista e protagonista.

Nel video si vede il giornalista presente in sala, con tono piuttosto indispettito, come si evince da questo video, che chiede con stupore all’attore danese ed al regista perché il cast del film sia interamente nordico, contrario quindi ai principi di “diversità”.

Non importava al reporter che il film sia ambientato nel periodo storico in Danimarca nel 1750, come sottolineato dallo stesso regista. Il cast, infatti, è ambientato nella realtà danese del diciottesimo secolo, ma pare che per il giornalista – anche nel racconto storico di tre secoli fa – l’intera pellicola debba essere risctitta attraverso la nuova legge politicamente corretta.
La stessa legge che ha proposto Cleopatra e Achille neri, dove la protagonista della serie Dc, Batwoman è dichiaratamente lesbica, dove la Disney ha scelto di proporre in ogni nuova pellicola la diversità a tutti i costi. Come conferma La Sirenetta (quella immaginata dallo scrittore danese Hans Christian Andersen e immortalata nel porto di Copenhagen) interpretata da un’attrice di colore.

La replica del regista danese: “È un film storico nella Danimarca nel 1750, come le metto le minoranze?”

Non a caso la replica del regista danese, dopo la reazione spazientita di Mikkelsen, è stata secca: «Bene, prima di tutto, il film è ambientato in Danimarca nel 1750. Abbiamo una grande trama su una ragazza di colore che è vittima di razzismo, cosa molto rara, c’erano poche persone di colore in Danimarca… quasi nessuno. Probabilmente all’epoca era l’unica in tutta la Danimarca. Sarebbe stato un strano averne di più. È semplicemente un film storico: così era nel 1750».

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