Galli della Loggia: io difendo l’idea di Natura. Il progressismo ci consegna all’era del post-umano
3 Set 2023 9:51 - di Lisa Turri
Galli della Loggia contro la rivoluzione antropologica progressista
Si tratta, avverte l’editorialista, di un atteggiamento che porta a una rivoluzione antropologica e che rischia di consegnarci a un’etica fai da te in cui contano solo i desideri soggettivi. Un’etica che supera lo stesso concetto di umanità.
“A differenza, insomma, delle precedenti ideologie di progresso, le quali miravano innanzi tutto a trasformare i rapporti sociali e politici, il progressismo attuale mira a qualcosa di completamente diverso: a sovvertire innanzi tutto il mondo dei valori e i rapporti personali tra gli individui. Lo sta facendo prendendo di mira due caposaldi di quello che potrebbe chiamarsi il pensiero corrente, l’opinione dei più, che fino a pochissimo tempo fa ancora bene o male servivano a definire culturalmente l’universo dell’Occidente: l’idea di natura e l’idea di storia”.
Le sue argomentazioni ricordano quelle del generale Vannacci
Argomentazioni, si noterà, che non sono distanti da quanto ha sostenuto, con uno stile sicuramente meno appropriato, il generale Vannacci nel suo libro bestseller “Il mondo al contrario”. Per i progressisti attuali con l’aiuto di scienza e tecnica la natura diviene qualcosa da superare, da lasciarsi alle spalle mentre in essa c’è il fondamento dei comportamenti umani elementari: la genitorialità, l’accoppiamento, la bipolarità di genere. Galli li cita tutti e tre questi comportamenti e non è difficile comprendere che ha di mira proprio le basi del pensiero gender.
La natura vista come un ostacolo da superare
“Secondo il punto di vista progressista che tiene oggi il campo la natura esisterebbe ormai solo come qualcosa da superare, un limite arcaico da gettarci dietro le spalle: concettualmente e se possibile praticamente… Concettualmente il progressismo mira a eliminare l’idea che i comportamenti umani elementari nonché gli stati psico-emotivi e i rapporti interindividuali che li caratterizzano (la bipolarità di genere e l’accoppiamento, la genitorialità, il legame dei gruppi primari) abbiano un qualsiasi fondamento nella natura. Sostenendo che in questo ambito, viceversa, ogni cosa sarebbe frutto di convenzioni o di abitudini consolidatesi nel corso del tempo, un puro e semplice «prodotto della società» e quindi, come tale, modificabile o cancellabile a piacere. Minando l’idea che nei comportamenti sociali e nei rapporti degli esseri umani tra di loro vi sia qualcosa che possa dirsi davvero «naturale» e in questo senso «normale», il progressismo odierno getta le basi per il soggettivismo più radicale”.
La storia vista come un passato pieno di errori e ingiustizie
Si passa poi a difendere la storia, altro bersaglio privilegiato della mentalità progressista che veda in essa una sequela di ingiustizie e di errori. “L’illuminismo, il liberalismo, il socialismo – conclude Galli della Loggia – rappresentavano dei mondi morali, contenevano in sé degli ideali di vita individuale e sociale carichi di elementi positivi e di suggestioni, nei loro auspicio erano anticipatori di un’umanità migliore. Di fronte ad essi una posizione conservatrice era fatalmente condannata ad apparire retrograda, reazionaria: perché in buona parte realmente lo era. Oggi però le cose stanno ben diversamente. Oggi opporsi al progressismo — in questo senso essere conservatori — ha poco del reazionario ma assai di più incarna una posizione di cautela e di dubbio necessari di fronte agli applausi scroscianti pronti a levarsi dappertutto verso il sempre nuovo, verso l’irrisione o la distruzione di quanto non lo è. Oggi una posizione conservatrice ha paradossalmente quasi la funzione di un «katéchon», di qualcosa che trattiene da una deriva potenzialmente fuori dall’umano”. N