Formica su Amato: non ha parlato a caso, magari vuol fare il presidente di transizione verso una nuova Repubblica

5 Set 2023 14:51 - di Francesco Severini
Amato

Rino Formica sulle “rivelazioni” di Giuliano Amato – poi di fatto ritrattate – ha una sua tesi. Un retroscena che confida a Marco Damilano in una intervista al quotidiano “Domani”. Una tesi assai fantasiosa: Amato avrebbe fatto quelle rivelazioni per inserirsi nel clima torbido che sta segnando il passaggio dalla vecchia Repubblica nata dall’antifascismo a una nuova Repubblica presidenziale. Inserimento a che scopo? Per essere il presidente di transizione nella fase in cui verrà riscritta la Costituzione.

Formica: Amato vuole fare un De Nicola due

“Un presidente provvisorio – afferma Formica – come fu Enrico De Nicola, di passaggio da un regime all’altro. C’è bisogno di un De Nicola due, potrebbe essere lo stesso Amato. Ma non solo”. L’invito di Formica è dunque quello di fare quadrato attorno al presidente della Repubblica, baluardo dell’ancién régime da difendere e salvaguardare a tutti i costi. Il messaggio è insomma sempre identico a se stesso: eravamo meglio noi, con tutte le nostre opacità, di quelli che ci sono adesso, anche se stanno al governo secondo le regole scritte nella Costituzione che Formica ritiene immutabile.

Da Amato al solito allarme sul presidenzialismo

Di qui il solito allarme: “C’è qualcosa che provoca turbamento e spinge a riflettere: perché si apre la questione delle responsabilità dirette della Francia, rivolgendosi direttamente e proprio ora al presidente Macron? E poi c’è una questione di politica italiana che induce alla massima vigilanza. Stiamo entrando in una fase nella quale il centrodestra si prepara a chiudere una pagina della storia nazionale, la storia della Repubblica fondata su una Carta costituzionale che fu concepita in chiave di separazione e antagonismo con i totalitarismi e i fascismi. La destra dice: facciamo una nuova Italia, passando da una Repubblica parlamentare ad uno Stato presidenziale, non sappiamo quanto democratico”.

I misteri della Prima Repubblica restano tali

Non stupisce che un vecchio esponente della Prima Repubblica si esprima in questo modo. Ma la lettura fornita delle rivelazioni di Amato merita una qualche riflessione. Innanzitutto esse sono state accolte assai freddamente dalla maggioranza di governo e dalla destra. E anche l’opposizione si è trovata del tutto impreparata a gestire l’affaire Ustica. Morale: nessuno ha voglia di andare a rimestare nei misteri della Prima Repubblica che tuttavia restano lì, intatti, nonostante le sentenze giudiziarie col loro carico di dubbi, complottismi, ambiguità.

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