Ferirono un ragazzo lanciando una bici dai Murazzi: tre condanne. Dai baby criminali tante scuse, nessun pentimento
Niente messa alla prova. Il tribunale dei minori di Torino ha condannato per tentato omicidio i tre adolescenti, due ragazzi e una ragazza, che la sera del 21 gennaio lanciarono una bicicletta dalla balaustra dei Murazzi, colpendo alla testa lo studente universitario Mauro Glorioso. Le condanne sono rispettivamente 9 anni e 9 mesi per il giovane oggi maggiorenne ma 17enne all’epoca dei fatti, 9 anni e 4 mesi per il 15enne e 6 anni e 8 mesi per la ragazza. La Procura aveva chiesto 13 anni per il 17enne e 9 anni per il 15enne e la ragazza. La difesa aveva invece chiesto la messa in prova per tutti.
Condanna per la bici lanciata ai Murazzi
“È una pena molto significativa per dei minori, che non si dà spesso, che ci insegna ancora di più che quando si valuta con cognizione e capacità, anche a legislazione vigente, i minori rispondono delle loro azioni”, commenta Emma Avezzu procuratore del tribunale dei minori di Torino, a proposito della sentenza pronunciata in serata a carico dei tre minorenni per il lancio della bici dalla balaustra dei Murazzi che ha gravemente ferito un giovane studente universitario, Mauro Glorioso. “Una sentenza tristemente esemplare che soprattutto nei confronti di un ragazzino non risolvono il problema, ma lo acuiscono e chiunque si illuda di questo sbaglia”, è il parere di Domenico Peila legale di uno dei tre minori.
“E’ stata respinta la richiesta di messa alla prova che avevamo avanzato per tutti e tre i ragazzi, è stato confermato l’impianto della procura sul tentato omicidio che noi abbiamo contestato perché per noi si tratta di lesioni gravissime. Aspettiamo i 90 giorni per leggere le motivazioni, sicuramente è una vicenda giudiziaria che non si esaurisce adesso”, dice Michele Ianniello, legale di un altro dei tre minori spiegando che “per me non ricorrono più le esigenze cautelari o comunque possono essere attenuate, ad esempio con la misura degli arresti domiciliari che consentirebbe di evitare il pericolo più grande che la procura adombra, cioè la reiterazione del reato”.
La dichiarazione di scuse di uno degli imputati
Nel corso dell’udienza, hanno riferito i legali, uno dei ragazzi ha letto una dichiarazione di vergogna e di scuse e ha chiesto una seconda possibilità al tribunale “per poter dimostrare che non è il mostro che è stato messo in evidenza”. Un gesto che l’avvocato della famiglia Glorioso, Simona Grabbi, commenta “non sono scuse, non basta dire scusa tre volte quando non c’è stata una parola di pentimento”.
“Spero che i ragazzi, la collettività, le baby gang con questa sentenza si rendano conto che con la vita non si può giocare spero che questa sentenza faccia capire che quando si sbaglia si rischia seriamente”, ha poi commentato Giuseppe Glorioso, il papà di Mauro, il giovane rimasto gravemente ferito- Lasciando il tribunale accompagnato dal legale, Simona Grabbi, papà Giuseppe aggiunge: “è un problema dilagante, troppo, troppo grave, speriamo che almeno tutto ciò possa avere un significato perché tanto mio figlio non me lo riconsegneranno nelle condizioni antecedenti a quella sera, ma almeno che da questo possa nascere qualcosa di positivo”.