Esselunga, la pesca mette in fuga Elly Schlein: lo spot? Non l’ho visto. Cerno: io gay, ma mi è piaciuto

28 Set 2023 8:58 - di Annalisa Terranova
esselunga pesca

La pesca furoreggia sui social. Riccardo Puglisi, twittatore seriale inviso agli account sinistri, sintetizza così tutta la faccenda: “E’ urgente uno spot della Coop con una famiglia non bianca non etero con figli felici della separazione”.  La politica corre dietro a Esselunga, il cui fondatore, Bernardo Caprotti, era – per inciso – un anticomunista viscerale. E oggi, titola Libero in versione Capezzone, Esselunga manda la sinistra “fuori di pesca”. Lo intuisce Giorgia Meloni che spiazza tutti e promuove via social lo spot.

A quel punto tutti si sentono in dovere di dire qualcosa sullo spot. Ma non Elly Schlein che dichiara di non averlo visto. Possibile? Naturalmente no. Ma per non fare torto a nessuno, stretta tra i venti contrari dei malumori interni, Schlein preferisce tacere e non schierarsi. Ma è chiaro che, essendo favorevole all’utero in affitto, non abbia gradito la struttura “patriarcale” di quella famiglia, madre-padre-figlia. Famiglia che poi, per inciso, di tradizionale non ha nulla visto che si parla di separati-divorziati. Semmai famiglia naturale, ma andiamo avanti.

Poi c’è il mondo Lgbtq+. Che oscilla tra disprezzo e derisione verso lo spot. C’è chi si sente offeso, chi insulta la bimba dello spot, chi ricorda il contro-spot di Ikea. Poi arriva Tommaso Cerno e fa un video dicendo che lui è gay ma lo spot gli è piaciuto tantissimo e andasse a quel paese la sinistra politicamente corretta. Su X non tutti obbediscono alla legge delle curve contrapposte. Esempio: “Sono una donna di sinistra, pro divorzio, pro aborto, pro diritti civili. Amo sia uomini che donne, nella vita non mi sono fatta mancare nulla, sono anche per il poliamore…ecco. Eppure a me lo spot dell’ #Esselunga piace, mi sono pure commossa. Concediamoci le favolette”. 

Favolette? Macché. Immaginiamoci gli ideatori dello spot. Dice: come possiamo scandalizzare? Certo non rappresentando una famiglia con due lui e due lei. Una cosa così scontata che Netflix ce la propina in tutte le serie. Il mondo Lgbtq+ ha una sua quota riservata nell’entertainment. E da tempo. Allora, si saranno detti, proviamo qualcosa di caramelloso ma inusuale. Le famiglie d’oggi. Reali. Con il padre da una parte e la madre dall’altra. Che si guardano con un po’ di nostalgia ma soprattutto con risentita diffidenza. Luca Lorenzini, dell’agenzia Small, in un’intervista a Repubblica non si sbilancia e parla di “interpretazione aperta”. Minaccia pure una seconda puntata. Potrebbe esserci un seguito. Italia sospesa nel dubbio: si rimettono insieme, si separano definitivamente?

Sui social tutta la destra è entusiasta. Qualcuno si posiziona anche in zona Vannacci, con Osho che la prende a ridere: in un suo meme il papà confessa alla bimba che gli piace la banana. Meglio il meme con Totti che cerca il rolex dentro la pesca donata da mamma.  

Immancabile, la parodia. Mamma al supermercato col figlio. C’è la cassetta con “pesche per divorziati”. Ma la mamma sentenzia: “Qualcosa che mi fa pensare a tu’ padre? I broccoli”. Infine, tramite figlio gli invia un rotolo di carta igienica.

Insomma altro che pesca della concordia e della pacificazione, questa è diventata la pesca della discordia. In attesa che Chiara Valerio ci ribadisca il concetto per cui nulla è più “fascista del sangue che stabilisce parentele”, abbiamo la nostra Concita De Gregorio che si attarda un poco nel suo commento odierno sulla pesca per poi virare decisamente su altro. E cioè su David Livermore, direttore del teatro di Genova, che ha chiesto di essere chiamato “la direttrice”. Un gesto di resistenza, ovvio, alle donne che si fanno chiamare il presidente. Ma come mai nessuno ne parla? Si rammarica Concita. Tutti parlando della pesca e non di Livermore, che lei ha trovato “formidabile”. Semplice: dei vostri giochetti di desinenze, degli asterischi, dello schwa, della fluidità di genere non frega nulla a nessuno. Ma proprio nulla. E ciò che voi trovate “formidabile” la gente lo trova indigeribile. Prendetene atto.

 

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