È morto Matteo Messina Denaro, si porta nella tomba i segreti di 60 anni di mafia

25 Set 2023 7:30 - di Redazione

E’ morto a 62 anni, nella notte, nel reparto detenuti dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, il boss mafioso Matteo Messina Denaro che da tre giorni, oramai, era in coma irreversibile a causa del tumore al colon che lo aveva colpito e che era giunto al quarto stadio.

Qualche giorno fa era stato sospesa la terapia oncologica e, quindi, anche l’alimentazione dopo che Messina Denaro aveva smesso di alimentarsi da solo, come, peraltro lui stesso aveva richiesto.

Lo avevano quindi, a quel punto, preso in carico, dopo la sospensione di qualsiasi terapia oncologica, gli specialisti della terapia del dolore che lo hanno assistito fino all’ultimo.

E’ stato lo stesso boss, arrestato lo scorso 16 gennaio dopo 30 anni di latitanza, a chiedere di evitare l’accanimento terapeutico.

Ecco perché è stata sospesa nella notte l’alimentazione parenterale per endovena.

Ieri Messina Denaro ha avuto, come si apprende, un forte sanguinamento a cui è seguito un collasso.

Ad agosto era stato operato d’urgenza per una occlusione intestinale diventata cronica.

Matteo Messina Denaro era stato ricoverato in ospedale lo scorso 8 agosto.

È gia da giorni che l’Asl dell’Aquila è al lavoro per gestire le fasi successive alla morte di Messina Denaro, come la riconsegna della salma alla famiglia, che è rappresentata dalla nipote, l’avvocato Lorenza Guttadauro: si trova all’Aquila assieme alla figlia di Matteo Messina Denaro – Lorenza Alagna che, nei mesi scorsi, aveva chiesto e ottenuto il riconoscimento del cognome del padre.

Al momento la struttura sanitaria è presidiata da decine di poliziotti, carabinieri e uomini della guardia di Finanza, con il supporto dell’Esercito.

Considerato l’ultimo stragista di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro era stato arrestato a gennaio, dopo 30 anni di misteriosa latitanza. Ed era curiosamente emersa la sua intensa vita sentimentale con molte relazioni ma nessuna portata fino al matrimonio.

Uno stile di vita molto lontano da quello dei boss storici, come Totò Riina o Bernardo Provenzano, entrambi regolarmente sposati e con figli.

Le più recenti relazioni di Matteo Messina Denaro, emerse dalle inchiesta sui fiancheggiatori del capomafia, arrestato lo scorso 16 gennaio alla clinica La Maddalena di Palermo, dove si era recato per la chemioterapia, hanno sorpreso gli investigatori che lo cercavano da 30 anni.

Piano piano, una dopo l’altra, sono iniziate ad emergere le donne del boss. Come “Sbrighisi”, una maestra di matematica, definita così da Laura Bonafede, maestra e figlia del boss di Campobello.

Anche Laura Bonafede avrebbe avuto, per anni, una relazione con Matteo Messina Denaro, pur sapendo che il capomafia aveva altre frequentazioni femminili, proprio come “Sbrighisi”.

Dopo l’arresto del padrino, l’insegnante di matematica su precipitò dai carabinieri per raccontare la sua storia con il boss, spiegando che lo aveva conosciuto al supermercato.

“Sapeva ascoltarmi, mi faceva sentire importante”, aveva detto ai carabinieri. Ma non sapeva, disse, che quell’uomo fosse l’uomo più ricercato d’Italia.

“L’ho scoperto solo dopo il suo arresto”, ha detto. A lei si era presentato come il medico in pensione Francesco Salsi.

Con Laura Bonafede il boss aveva creato persino una lingua segreta, utilizzando i titoli dei libri o di personaggi. Come il “Macondo”, di “Cent’anni di Solitudine” con il quale chiamava Campobello di Mazara, oppure “Tania” di Bukovski per chiamare la figlia di Laura Bonafede.

Mentre Maria Mesi, la donna con la quale aveva avuto una lunga relazione negli anni 2000, era chiamata in codice “Tecla”.

La Mesi fu condannata per favoreggiamento. E di recente, dopo l’arresto del boss, ha subito la perquisizione della sua casa di Bagheria.

Un’altra donna del boss è Lorena Lanceri chiamata, la vivandiera del boss.

Sposata, la Lanceri lo ha ospitato a casa sua per mesi.

Ma la prima donna di cui Matteo Messina Denaro si era innamorato era una giovane austriaca, Andrea.

Accanto a queste donne, che hanno rappresentato il lato sentimentale della latitanza di Matteo Messina Denaro, c’è, poi, la famiglia.

Ci sono le sorelle del boss, Rosalia e Patrizia Messina Denaro, entrambe attualmente detenute in carcere con accuse di mafia.

E c’è Francesca Alagna, la madre della sua unica figlia, Lorenza.

Proprio Lorenza, oggi una giovane madre, aveva chiesto, nei mesi scorsi, di potere avere il cognome del padre.

Ma sembra non sia riuscita a vederlo in ospedale, dove si trova da giorni, in attesa dell’evolversi della situazione, assieme alla nipote nonché avvocata Lorenza Guttaduaro e alla sorella Giovanna.

Sarà la legale di Matteo Messina Denaro, ora, ad occuparsi di tutte le pratiche burocratiche per il trasferimento della salma del capomafia a Castelvetrano, in provincia di Trapani.

La madre del boss non ha mai raggiunto l’ospedale perché è a letto, malata grave da tempo, nella sua casa di Castelvetrano.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *