È morto Felice Farina, regista che con “Patria” e “Condominio” ha raccontato un’Italia di speranze tradite
Cinema a lutto: è morto Felice Farina, regista, sceneggiatore, produttore documentarista e molto altro ancora, il cineasta si è spento a 69 anni, dopo una vita intensamente dedicata all’impegno cinematografico a tutto campo. E al racconto di un Paese che, da Patria a Condominio, ha vissuto sulla sua pelle speranze tradite e giochi di potere. Ma, soprattutto, una personalità poliedrica alla ricerca sinergica di una comunicazione meta-mediatica tra i vari linguaggi spettacolari che, al di là che si trattasse di girare un film. Di lavorare a un documentario. O di cimentarsi nelle riprese di una fiction, scavasse e rendesse al meglio il sottile filo che unisce il cinema e le sue molteplici applicazioni e declinazioni.
Addio a Felice Farina, regista, documentarista e instancabile sperimentatore
Non stupisce allora che, la notizia della sua scomparsa sia riportata da Cinecittà News. Così come salta agli occhi, tra le tante riletture della sua biografia, alla voce 2Curiosità” il sito di My Movies sottolinei come, nel suo tempo libero, il regista amasse «costruire e progettare accessori per la macchina da presa». Tanto che, riferisce la fonte citata, l’autore e produttore cinematografico si era costruito con le sue mani un dolly e un carrello per il camera car. Ma non solo. Con Luce Cinecittà ha fatto i suoi ultimi lavori: Patria, dal libro di Enrico Deaglio. Conversazioni atomiche (che ha ricevuto una menzione ai Nastri d’argento). E stava rifinendo il suo nuovo film, Falso storico.
Una vita, la sua, dedicata alla ricerca di un linguaggio comune alle diverse forme d’arte
Amante dell’arte che ha progettato delle sculture con l’amico artista Gregorio Botta. Attivo nel movimento Centoautori, l’associazione di autori di cinema e audiovisivo, Felice Farina è stato un indomito pioniere del multimediale, che ha perlustrato e raccontato tra realismo cinico e distaccato e disamina appassionata. Sperimentazione eclettica e disincanto narrativo. Nato a Roma il 14 agosto 1954, quello di Farina è stato insomma un percorso decisamente originale, tra commedia e intelligenza vivida puntata a far riflettere lo spettatore. Sin dalle prime battute di una sua sceneggiatura. Sin dagli esordi della sua carriera in veste di attore teatrale.
L’esordio fortunato di Felice Farina alla regia con “Sembra morto ma è solo svenuto”
Ma poi si dedica all’animazione, la fotografia, al documentario, alla sceneggiatura, agli effetti visivi e alla regia. Si è avvicinato al cinema grazie alla passione per la tecnica e la sperimentazione. Fece il suo esordio come regista con il lungometraggio Sembra morto… ma è solo svenuto (1986), scritto assieme a Gianni Di Gregorio e Sergio Castellitto, che del film era anche protagonista assieme a Marina Confalone. E ancora. Nel 1988 Farina è uno dei registi di Sposi (1988), opera collettiva prodotto da Pupi Avati, Antonio Avati e Claudio Bonivento. Protagonisti del suo episodio sono Alessandro Haber e Ottavia Piccolo.
Il successo di “Condominio”, il film che mette d’accordo pubblico e critica
Ma è con la regia della commedia Condominio (1991) – con Carlo Delle Piane e Ciccio Ingrassia (che grazie al film vinse il suo primo ed unico David di Donatello), che Felice Farina rivela efficacia e obiettivi della sua ricerca formale e espressiva, riscotendo oltre al plauso della critica, anche un discreto successo di pubblico. Nel 1995 realizza Bidoni, con Angela Finocchiaro e Giuseppe Cederna, selezionato alla 52/a Mostra di Venezia e vincitore di un Ciak d’Oro. Poi, arriva la fiction: e Farina si apre a nuovi linguaggi per nuovi racconti. Nel 2000 cura la regia della serie televisiva Nebbia in Valpadana (Raiuno), che segna il ritorno della coppia artistica formata da Cochi e Renato, di fatto separata dal 1975.
Il debutto di Felice Farina nella fiction Rai
Non solo. Dopo l’apprendistato nell’avanguardia teatrale degli anni Settanta. Tra cinema e fiction, dal 2005 Farina è autore di molti documentari andati in onda su Geo, storico programma televisivo di Rai 3. Il suo film Patria (2014), con Francesco Pannofino, Roberto Citran e Carlo Gabardini è ispirato al libro Patria 1978-2008 (2009) di Enrico Deaglio. Ma come detto in apertura, l’impegno civile e la ricerca autoriale non limitano l’autore a un singolo modulo espressivo. Così, nel 2018 realizza il documentario sulla scienza Conversazioni atomiche, con il quale ottiene una menzione speciale ai Nastri d’Argento.