Confessa sulla scheda elettorale un (finto) omicidio: le impronte lo incastrano. E confessa la bufala
È stato identificato dopo un’indagine lunga e complicata, attraverso le impronte digitali: su una scheda elettorale, a Monza, aveva confessato di aver ucciso un uomo. Ma, alla fine, si era rivelata una bufala: non c’è nessuna vittima e nessun omicidio.
“Per le forze dell’ordine: ho ammazzato un uomo e sepolto cantiere area nord, date lui sepoltura cristiana, vi prego”, era l’accorato appello che gli scrutatori di un seggio elettorale di Villasanta, in provincia di Monza e Brianza, si sono trovati davanti agli occhi quando hanno aperto la scheda elettorale, in occasione delle elezioni politiche di un anno fa.
Si è scoperto poi che era una falsa confessione. Che è costata all’elettore un’indagine per autocalunnia.
Dopo il ritrovamento della scheda elettorale è stata immediatamente informata la Procura di Monza. E sono partiti gli accertamenti per identificare chi avesse scritto quelle parole fra gli oltre mille votanti del seggio.
Dopo diversi tentativi gli investigatori hanno ristretto le ricerche ad un primo gruppo selezionato che poteva corrispondere al profilo dell’autore: un maschio tra i 30 e i 70 anni, secondo l’esame calligrafico, che aveva votato tra gli ultimi duecento, dal momento che l’urna non era stata capovolta all’apertura e la scheda-confessione era tra le prime.
Questo gruppo fi persone è stata, a quel punto, sottoposto ad un saggio grafico presso gli uffici della Questura di Monza e Brianza, mentre la Scientifica di Milano esaminava le impronte digitali rimaste impresse sulla scheda elettorale.
E’ stata proprio quest’ultimo accertamento a portare all’identificazione del responsabile della frase scritta sulla scheda: un 31enne di Villasanta, in provincia di Monza.
Quando è stato convocato in Questura a Monza, insieme al resto del gruppo dei votanti del seggio ritenuti più compatibili, il 31enne – prima che gli venissero prese le impronte digitali – ha deciso di confessare di essere stato lui a scrivere il messaggio. Ed ha assicurato che, in realtà, nessuno era stato ucciso.
Il 31enne – riferisce la Questura di Monza in una nota – ha spiegato di aver lasciato il messaggio un momento di rabbia e di delusione dalla politica, allo scopo di “sollevare un polverone mediatico”.