Cile, l’11 settembre del Pci. D’Alema: «Il golpe contro Allende ci fece cambiare strategia»
C’è un altro 11 settembre, ben diverso da quello che ci rinvia alla tragedia delle Torri Gemelle di New York. Ma non per questo meno di questo gravido di sviluppi politici internazionali. Parliamo di quello del 1973 che portò in Cile alla fine del governo socialcomunista di Salvador Allende e all’instaurazione della dittatura militare guidata dal generale Augusto Pinochet. Un golpe, quello cileno, che risuonò come un allarme anche in Italia, tanto da indurre l’allora capo dei comunisti Enrico Berlinguer a rivedere la sua marcia verso il potere. Non più da conquistare attraverso la vittoria elettorale delle sinistre, bensì attraverso l’incontro – come si disse allora – tra «le masse popolari comuniste e quelle cattoliche». Era l’avvio della stagione del «compromesso storico».
Mezzo secolo fa il Cile si piegava ai militari
A rievocarla, a mezzo secolo di distanza, attraverso un’intervista alla Stampa è Massimo D’Alema, all’epoca segretario della Fgci, l’organizzazione dei giovani comunisti. «In questi 50 anni – ha sottolineato – tra Italia e Cile si è creato un legame speciale, che è al tempo stesso politico, umano, culturale. La vicenda del Cile ha avuto un’influenza sulla storia italiana: il compromesso storico e la solidarietà nazionale nascono in gran parte a partire da una riflessione sul tragico epilogo della esperienza di Unidad popular». La lettura che D’Alema dà del golpe di Pinochet sembra impartire anche una lezione al Pd targato Elly Schlein, eccessivamente incline ad assecondare pulsioni minoritarie in nome della purezza identitaria.
L’ex-premier: «Pinochet sostenuto anche da una base popolare»
«Allende – ricorda l’ex premier – era un democratico, ma l’esperienza di Unidad popular fu segnata anche da spinte radicali, che favorirono gli argomenti della destra e il colpo di Stato avvenne sull’onda di un’ondata reazionaria, che ebbe anche una base popolare». Da qui la sterzata di Berlinguer, apparsa sotto forma di articolo (“Riflessione sui fatti del Cile”) su Rinascita, che si intitola. Via, dunque, l’alternativa delle sinistre in nome dell’abbraccio con la Dc. «Ma i fatti del Cile – conclude D’Alema – spinsero anche frange della sinistra a radicalizzarsi, ritenendo che la via della democrazia fosse preclusa».