Campiello, la sinistra si consola con le partigiane di Tobagi: è lei la risposta “rossa” al libro di Vannacci
Il Premio Campiello a Benedetta Tobagi. Libro sulle donne della Resistenza. Edizioni Einaudi. Spiegazione del messaggio insito nel volume vincente: “Riscoprire la vitalità e la fecondità dell’antifascismo” ridando voce e volto a una “metà della Storia partigiana” a lungo silenziata, ma che seppe fare la scelta “di schierarsi dalla parte giusta”, comprendendo che “non ci si può mai girare dall’altra parte”.
I premi letterari sono sempre legati a un contesto, e questa edizione del Campiello contiene molti sottotesti. Il primo: riabilitare l’antifascismo nel momento in cui governa la destra. Il secondo: indicare modelli femminili alternativi alla “donna, madre, cristiana” che per prima è arrivata a Palazzo Chigi battendo sul tempo il femminismo vecchio e nuovo. Terzo: ristabilire il primato della cultura alta e di sinistra su quella bassa e di destra che che il libro di Vannacci incarna.
Tobagi allarmata dal fascismo ma non ricorda chi uccise il padre…
Certo il messaggio lanciato da Benedetta Tobagi fa un po’ impressione: parla dei nazionalismi come pagina peggiore del Novecento. Nulla da aggiungere? Giovanni Sallusti su Libero fa notare che forse qualcosina da aggiungere ci sarebbe.
“No – scrive – il peggio del Novecento non si espresse solo nelle “chiusure dei nazionalismi”, è una definizione troppo parziale, che piace troppo alla gente che piace, ma che lascia fuori dal campo metà dell’orrore. Quell’orrore che, tra i mille altri modi, si manifestò anche in quella schifosa mattinata del 28 maggio 1980, lasciando sul selciato di via Salaino a Milano il corpo di Walter Tobagi, fuoriclasse del giornalismo e padre di Benedetta. Quell’orrore si chiama comunismo e fa parte, a tutti gli effetti, del “peggio del Novecento”.”
La risposta rossa al generale Vannacci
C’è poi un aspetto quasi comico di tutta la vicenda. E cioè il tentativo che fa La Stampa di additare il libro della Tobagi come una risposta a quello del generale Vannacci. Domanda: ” Potremmo vedere nel suo successo (scusi la battutaccia) una risposta a quello del generale Vannacci?”. Risposta: “Lo prendo come un augurio, considerate le sue vendite. Comunque sia, La Resistenza delle donne è uscito prima, e durerà più a lungo. Poi sì, non sarebbe male se i lettori del Campiello lo avessero interpretato anche così”.
E’ lirico e speranzoso addirittura Paolo Di Paolo su Repubblica nel commentare la vittoria delle donne resistenti di Tobagi, ma non solo. “Da stamattina – scrive – c’è la speranza che spiri nella prossima classifica dei bestseller un vento diverso. Generato dal podio del Premio Campiello, occupato nelle prime due posizioni da storie di Resistenza. Il libro di Benedetta Tobagi, la vincitrice, intitolato La Resistenza delle donne (Einaudi), e quello di Silvia Ballestra La Sibilla (Laterza), sulla figura di Joyce Lussu, partigiana nelle brigate di Giustizia e Libertà”. E’ l’ultimo appiglio: se l’antifascismo non vince nelle urne che almeno occupi gli scaffali delle librerie. Già, ma un conto sono le giurie dei premi e un conto i lettori. Così, almeno per ora, la speranza non si è avverata: il generale in classifica è accerchiato da altri titoli, Felicia Kingsley da un lato e Stephen King dall’altro. Un vero peccato per tutti i resistenti d’Italia…