Buzzi racconta tutto in un libro: “Nelle mie coop nessun reato, mica come quelle di Soumahoro”
Salvatore Buzzi attacca la sinistra con parole di fuoco. Non è la prima volta che sottolinea che il problema della corruzione ha avuto a Roma proprio lo schieramento che fa capo al Pd come principale protagonista. Ma stavolta lo fa con toni davvero tranchant. “Sto pagando per essermi fatto corrompere da quella sinistra che prima mi ha utilizzato e oggi non mi vuole più sentire. Posso dire, però, che nelle mie cooperative il convento era ricco e i frati poveri, non come invece accade in quelle cooperative vicine a Soumahoro”. Lo dice in un’intervista a L’Identità, il quotidiano di Tommaso Cerno. E aggiunge che al contrario di lui, la moglie e la suocera di Soumahoro sono a piede libero.
E lo farà anche in un libro scritto insieme a Umberto Baccolo, di Nessuno Tocchi Caino, dal titolo “MafiaCapitale – La gara Cup del Pd di Zingaretti“, edito dalla Bussola editrice. “Le mie cooperative – attacca ancora Buzzi – erano amministrate benissimo, tanto è vero che non è stato trovato nessun reato fiscale, nessun omesso versamento di contributi, nessun mancato pagamento di stipendio. Hanno trovato soltanto tante corruzioni, che mi hanno addossato perché ho assunto delle persone su segnalazione dei politici”. Politici, aggiunge, tutti di sinistra.
Quindi manifesta tutta la sua delusione: “Quando servivo il mio telefono squillava ogni secondo. Nella sconfitta, purtroppo, ognuno di noi resta sempre solo. Io, però, nemmeno cerco questi signori. Mi è dispiaciuto solo tanto che quelli del Pd non mi abbiano difeso dall’accusa di Mafia. Buzzi ha dato dei soldi, avrà corrotto qualcuno, ci può stare. Come fai, però, a non difendere chi è cresciuto insieme a te dall’accusa di criminalità organizzata?”. E conclude: nel libro scritto da Baccolo – è l’avvertimento finale – c’è tutto quello che c’è da sapere sulla realtà della Roma sommersa.