Avvocati, arriva il bando della Cassa Forense: contributi a quanti ristrutturano lo studio
Arriva un aiuto per gli avvocati che intendono ristrutturare i loro studi professionali. Mezzo milione di euro per finanziare le toghe che vorranno realizzare interventi strutturali. A stanziarli è con un doppio bando la Cassa Forense : 200 mila euro sono destinati agli studi retti da persone fisiche e 300 mila a quelli che fanno capo a persone giuridiche e in entrambi i casi il termine di scadenza per l’invio delle domande di partecipazione è il 30 novembre prossimo.
I contributi previsti per gli avvocati
Il contributo versato da Cassa Forense – pari al 50% della spesa complessiva al netto dell’iva sostenuta nel periodo dal 1° settembre 2023 al 30 novembre 2023 – sarà compreso fra i 750 e i 5.000 euro. Per gli studi intestati a persone fisiche i contributi saranno erogati, fino ad esaurimento dello stanziamento, secondo una graduatoria inversamente proporzionale all’ammontare del reddito netto professionale del richiedente relativo all’anno 2022, con priorità in favore di coloro che risultano essere in regola con il pagamento integrale di tutti i contributi dovuti. Per gli studi delle persone giuridiche, i contributi saranno erogati, fino ad esaurimento dello stanziamento, secondo la priorità cronologica di presentazione della domanda. Le domanda dovranno essere essere tramite l’apposita procedura on-line attivata sul portale www.cassaforense.it. Nei due bandi viene indicata la documentazione da allegare alla domanda.
Una professione in crisi
L’avvocatura vive da diversi anni una profonda crisi, ancora più esacerbata rispetto alle altre libere professioni. Gli iscritti sono in calo. Il 2022 erano poco più di 244mila. Gli esami di accesso all’abilitazione sono diventati più stringenti ma molti ragazzi, dopo la laurea in giurisprudenza e il praticantato, frequentano gli studi più come parcheggio verso altre soluzioni(concorsi pubblici soprattutto) che come volontà di svolgere una carriera in toga. Tanti faticano a pagare persino la quota annuale di iscrizione e il contributo fisso alla Cassa Forense. La congiuntura economica porta i clienti privati ad avere difficoltà di pagamento, mentre gli incarichi pubblici dovrebbero avere una distribuzione più equa.