Asi e Gruppo Idee, workshop a Rebibbia con esperti e detenuti sul sovraffollamento delle carceri
Ottantacinque suicidi di detenuti nel 2022, cinquantatré al 19 settembre di quest’anno nelle 183 carceri italiane sovraffollate fino all’inverosimile: al 31 dicembre 2022, il numero complessivo di detenuti in Italia era di 56.196, a fronte di una capienza regolamentare di 51.328 posti, con un tasso di affollamento pari al 109% che sale al 141% in strutture come quella di Rebibbia, a Roma.
È proprio qui, presso la Casa Circondariale di Rebibbia, Nuovo complesso, che ieri si sono ritrovati decine di esperti per parlare di questa emergenza e provare a immaginare soluzioni immediate che possano accompagnare quanto il governo Meloni sta già mettendo in campo.
Asi e Gruppo Idee, workshop a Rebibbia sul sovraffollamento
“Articolo 27 della Costituzione: giusta pena e giusto reinserimento” è il titolo del workshop, coordinato dai giornalisti Stefano Liburdi de Il Tempo e Giuseppe Malara del Tg2 e organizzato da Asi, Associazioni Sportive e Sociali Italiane e dalla rivista “Dietro il cancello” (il periodico edito dal Gruppo Idee che viene realizzato direttamente dai detenuti del carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso e che accoglie anche articoli provenienti da altri Istituti Penitenziari) con la collaborazione della Casa Circondariale di Rebibbia, Nuovo complesso.
Tante le proposte emerse e discusse alla presenza di oltre 100 detenuti che hanno portato le proprie esperienze.
Barbaro: il reinserimento dei detenuti anche attraverso lo sport
“Quello del reinserimento è uno dei problemi più grandi per chi finisce di scontare una pena detentiva. Asi è da sempre impegnata nel sociale e attiva nelle carceri e per il recupero dei detenuti, proprio in virtù dell’applicazione dell’Articolo 27 della Costituzione”, ha spiegato Claudio Barbaro, presidente di Asi e parlamentare di Fratelli d’Italia.
“Asi – ha ricordato Barbaro – organizza per i detenuti attività sportive allo scopo di contribuire al benessere psico-fisico durante il periodo di detenzione. Tra le tantissime attività voglio ricordare la squadra di rugby dei ‘Bisonti’ che è arrivata a disputare campionati regolari fuori dei circuiti carcerari. Una storia diventata fiction e diffusa sulle piattaforme tv. E nel quadro del reinserimento nella società voglio invece portare l’esempio, tra le tante attività di formazione, quella che svolge Asi Sport Equestri, il cui responsabile è Emilio Minunzio, per l’istruzione di guide equestri. Un progetto nato all’interno del carcere di Is Arenas, in Sardegna, e che ha visto tanti ex-detenuti avere una chance in più per rifarsi una vita”.
A Rebibbia occasione di confronto tra Istituzioni e detenuti
Vasto e molto ricco il parterre dei partecipanti al workshop organizzato da Asi e Gruppo Idee: da Rosella Santoro, direttore di Rebibbia Nuovo Complesso a Sandro Compagnoni, dell’Ufficio del Garante Diritti dei detenuti del Lazio, da Rossana Scotucci, capo area educativa di Rebibbia a Claudio Ronci, comandante della polizia penitenziaria Rebibbia, da Antonio Cacchio, direttore dell’Unità di Salute penitenziaria a Vincenzo Saulino, psicologo fino al presidente della Camera penale di Roma, Gaetano Scalise, a Germana De Angelis, presidente di Gruppo Idee, e a Tommaso Antonino Calderone, parlamentare azzurro e capogruppo Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.
Quali soluzioni per i detenuti? La discussione ora in Parlamento
“Negli anni abbiamo cercato di accompagnare in un percorso tantissime persone e posso dire che la recidiva è ad oggi pari allo 0%”, ha raccontato Germana De Angelis, presidente dell’associazione Gruppo Idee. Che ha portato testimonianza di tutte le attività svolte all’interno del carcere, a partire dal periodico ‘Dietro il Cancello’ diretto da Federico Vespa, e di come nei 14 anni di vita di Gruppo Idee, sia stato importante l’impegno degli ex-detenuti, che una volta usciti “hanno messo a disposizione il loro percorso a servizio di quanti questo percorso lo devono fare”.
L’avvocato Gaetano Scalise, presidente della Camera penale di Roma, si è rivolto alla politica chiedendo di prendere in esame “l’amnistia e l’indulto, perché le condizioni delle carceri sono al limite del sopportabile”.
Sempre alla politica si è rivolta la dottoressa Vittoria Stefanelli, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma, che ha detto di ritenere che “il carcere si deflaziona, oltre che con le misure alternative, anche con altri strumenti. E questo è un ulteriore appello alla politica”.
A concludere i lavori il parlamentare di Forza Italia, Tommaso Calderone. Che ha posto in evidenza come, per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario, la politica debba agire legislativamente oltre a proporre la costruzione di nuove carceri per le quali, tra progettazione, bandi e procedure, passerebbero anni e occorrerebbe nuovo personale.
“Meglio – suggerisce – modificare il 656, del codice di procedura. Non mandiamo tutti in carcere quando c’è una pena fino a 4 anni. Aspettiamo il provvedimento del Tribunale di sorveglianza”.
La detenzione in fase cautelare sia l’estrema ratio, non la regola
Altro numero che incide sul sovraffollamento è quello dei detenuti in custodia cautelare che riguarda il 21% della popolazione carceraria.
“La detenzione nella fase cautelare deve essere l’estrema ratio non la regola”, dice Calderone annunciando che porterà la discussione in Parlamento.