Travolta da 500 cause per abusi sessuali, l’Arcidiocesi di San Francisco presenta istanza di fallimento
Travolta da 500 cause per abusi sessuali intentate, in alcuni casi, anche parecchi anni fa, l’Arcidiocesi di San Francisco presenta istanza di fallimento.
“Qualche settimana fa – scrive sul sito dell’Arcidiocesi, in una lettera aperta ai fedeli, mons. Salvatore J. Cordileone – vi ho scritto riguardo all’impatto di oltre 500 cause civili che sono state intentate contro l’arcidiocesi ai sensi della legge statale AB-218, che ha consentito a singoli individui di avanzare denunce per abusi sessuali su minori che altrimenti sarebbero state respinte a causa di la scadenza dei termini di prescrizione”.
“Oggi vi informo che, dopo molte riflessioni, preghiere e consultazioni con i nostri consulenti finanziari e legali, l’Arcidiocesi di San Francisco ha presentato istanza di riorganizzazione fallimentare ai sensi del Capitolo 11″.
“Riteniamo che il processo di fallimento sia il modo migliore per fornire una soluzione compassionevole ed equa per i sopravvissuti agli abusi, garantendo nel contempo la continuazione dei ministeri vitali ai fedeli e alle comunità che fanno affidamento sui nostri servizi e sulla nostra carità”, aggiunge Cordileone, ricordando che “l’arcidiocesi di San Francisco si unisce ad un elenco crescente di diocesi negli Stati Uniti e in California che hanno presentato istanza di protezione ai sensi delle leggi sulla bancarotta” e “alcune di queste diocesi si sono già ristrutturate e sono emerse da questo processo”.
L’arcivescovo precisa che “le nostre parrocchie, scuole e altri enti non sono inclusi nel fascicolo” e dunque “la nostra missione continuerà come sempre”.
Cordileone sottolinea “che la stragrande maggioranza dei presunti abusi si è verificata negli anni ’60 e ’70, e negli anni ’80, e ha coinvolto sacerdoti deceduti o che non erano più in servizio” e ricorda come oggi si utilizzino “processi rigorosi per selezionare volontari, dipendenti e sacerdoti”.
“Rimango impegnato nella guarigione e nella cura dei sopravvissuti che hanno subito danni irreversibili a causa dei peccati dei ministri della Chiesa” assicura l’arcivescovo, sottolineando che “sebbene la grande maggioranza di questi peccati siano stati commessi molti decenni fa, sarà per noi un segno di solidarietà cristiana unirci quotidianamente nella preghiera del rosario, nel trascorrere un’ora ogni settimana in adorazione davanti al Santissimo Sacramento e nel digiunare Venerdì per i sopravvissuti agli abusi, per la missione della nostra Arcidiocesi e per l’eliminazione di questo vergognoso crimine dalla nostra società nel suo insieme”.