Son tutte uguali le Caivano d’Italia: dispersione scolastica, droga e architettura progressista

31 Ago 2023 16:14 - di Redazione
Caivano

Caivano è una di dieci, venti, cento periferie d’Italia tutte uguali. Le unisce un tratto comune sul quale si reggono in bilico palazzoni grigi senza terrazzi e cassonetti dell’immondizia dati alle fiamme nel tentativo, forse, di liberarli da montagne di rifiuti che non ritira più nessuno. Non solo Caivano, inferno ora illuminato per lo stupro di due bambine. Un fatto orribile, raccapricciante, eppure poca cosa rispetto all’altra bimba di appena 6 anni prima abusata e poi scaraventata sull’asfalto dall’ottavo piano di un casermone.

Caivano metafora della periferia abbandonata

Non lontano da Caivano, c’è Scampia, con le sue Vele di cemento, mirabile esempio (si fa per dire) di urbanistica progressista. Scendendo da Napoli a Palermo, il degrado la fa da padrone al rione Zen, con uno tra più alti tassi di dispersione scolastica. In compenso, circola droga in abbondanza. Lo stesso, più o meno, accade al quartiere Librino di Catania. Le periferie degradate non sono un’esclusiva del Sud: se ne trovano anche a Milano, Torino, Padova e Genova. Luoghi come Quarto Oggiaro, Porta Palazzo, Via Anelli e Begato non sono dissimili dai quartieri malfamati  del Mezzogiorno. Solo un mese fa, proprio a Quarto Oggiaro, alle porte di Milano, un mese fa un ragazzo è stato accoltellato in strada per una sigaretta.

La mappa del degrado, da Nord a Sud

E poi c’è Roma. La Caivano della Capitale si chiama Tor Bella Monaca, dove un sacerdote che spende la sua vita nel tentativo di redimere i giovani spacciatori del quartiere, martedì scorso è scampato a un investimento solo grazie all’intervento del suo agente di scorta. I ragazzi del quartiere vendono droga in pieno giorno, seduti sui muretti di box sgangherati, accomodati su aiuole che emanano fetore. E poi San Basilio, divorata dalla droga con ragazzini e anziani insospettabili assoldati per fare le vedette. Infine la Tiburtina, dove la fabbrica abbandonata dell’ex Penicillina è una enclave abitata da stranieri irregolari più volte sgomberati.

 

 

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