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Salario minimo Pd

Quando Pd e Cgil definivano il salario minimo “una sciocchezza”. Imbarazzante vuoto di memoria

Politica - di Federica Argento - 4 Agosto 2023 - AGGIORNATO 4 Agosto 2023 alle 15:40

La memoria corta del Pd, seconda puntata. Per la segretaria Schlein ora la misura è la madre di tutte le battaglie. Ma c’è stato un tempo – non molto lontano- in cui per il suo partito il Pd il salario minimo era un falso problema. Cambiare idea in poco tempo su due misure come reddito di cittadinanza e salario minimo è imparazzante, ma nel Pd  la faccia di bronzo non fa difetto. Inseguire il M5S per sopravvivere sta diventando sempre più imbarazzante. Sulla sceneggiata in Aula a Montecitorio per rinvio del voto della proposta unitaria di grillini, Pd, Azione e Verdi-Sinistra bisogna riportare indietro le lancette dell’orologio politico. Esponenti autorevoli della sinistra dem come gli ex ministri del Lavoro Cesare Damiano e Andrea Orlando la pensavano in maniera opposta alla Schlein che oggi considerano il salario minimi imprescindibile.

Pd con la memoria corta: per Damiano, Orlando e Zingaretti era “una sciocchezza”

La “mutazione” del Pd si accompagna a quella della Cgil.  Anche Maurizio Landini considerava il salario minimo un dettaglio rispetto al rafforzamento della contrattazione collettiva. A rinfrescare la memoria corta è il Giornale. Cesare Damiano è figura di peso, ascoltata tra i dem, spesso in tv. Ex sindacalista Fiom e Cgil, già responsabile Lavoro del Pd, ministro del Lavoro nel secondo governo Prodi. Ebbene, è uno dei principali detrattori del salario minimo. A L’Aria che Tira su La7 il 20 giugno 2019 disse: «Nove euro lordi all’ora rappresentano uno standard di salario minimo di base troppo alto». L’ex parlamentare, ancora iscritto al Pd, dichiarò a Repubblica: «La proposta del M5s è un rischio per la contrattazione». “Nel 2006, addirittura, Cgil, Cisl e Uil bocciavano una parziale apertura dell’allora ministro Damiano”. Il che vuol dire che i sindacati consideravano il salario minimo una proposta «distruttiva della contrattazione».

Orlando, allora ministro del Lavoro, diceva : “Il salario minimo indebolisce i lavoratori”

Landini stesso il 30 aprile 2019, intervistato da a Repubblica affermava: «Il nostro non è un no a un salario minimo. Noi diciamo che i contratti nazionali di lavoro, sottoscritti dalle organizzazioni sindacali rappresentative, vanno applicati a tutti i lavoratori. Serve una legge sulla rappresentanza». Arriviamo poi all’ottobre 2021, quando nel corso della trasmissione Otto e Mezzo su La7, l’allora ministro del Lavoro Andrea Orlando era stato netto: «L’introduzione del salario minimo indebolisce i lavoratori, non li rafforza». Ora Orlando,  tra i principali sponsor della Schlein alle primarie che l’hanno incoronata segretaria,  ha cambiato idea: pur ribadendo la necessità di «legare il salario minimo alla contrattazione». Arriviamo al solito Zingaretti:  definiva il rdc una “pagliacciata” e il salario minimo «propaganda». Ora, a capo della Fondazione Pd, il tutto è ancora più imbarazzante. Ora tutta la sinistra si accoda al M5S. Tutto questo è, sì, una pagliacciata.

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