Pordenone, la drammatica trattativa tra Luca Orlandi e il negoziatore su YouTube (video)
Una trattativa drammatica, finita in alcuni video su YouTube, quella fra il “negoziatore” dei carabinieri e Luca Orlandi il 55enne sottotenente dell’Esercito asserragliato da ieri con le sue armi da tiro nella sua abitazione a Codrovado, in provincia di Pordenone che ripete ossessivamente, decine e decine di volte: “maresciallo, questa è induzione al suicidio. Maresciallo, questa è induzione al suicidio”.
Tutto è nato perché Luca Orlandi non ha consegnato il previsto e obbligatorio certificato medico che dimostrava la sua stabilità psicologica e, quindi, la capacità di detenere le armi. A quel punto è stato deciso il sequestro del materiale. A cui Luca Orlandi si è opposto.
“Marco, tu e i tuoi colleghi avete insistito più volte sul fatto che siete contenti di sapere che non mi sono già sparato, che non mi sono ammazzato – dice, nei video, Luca Orlandi al negoziatore. – Il motivo per cui le armi mi sono state assegnate e sono qui con me è perché sono una bestia fisicamente e sono solido mentalmente”.
La trattativa personale va avanti come una sfida fra l’ufficiale e il negoziatore. E si ritrova in un primo video, di cui l’Adnkronos è in possesso, pubblicato sul canale YouTube di Orlandi che accusa il “maresciallo” di induzione al suicidio.
Lo ripete come un mantra, quasi ipnotico: “È induzione al suicidio maresciallo, dillo al Questore, agli altri. Io non sono normale, io sto da Dio”, dice Luca Orlandi.
L’ufficiale ce l’ha con il mancato rinnovo per porto d’armi per tiro al volo e lo ripete in un ultimissimo video pubblicato qualche ora fa. “Che paura avete di farmi avere il rinnovo?”, ripete.
Un’ora fa un ultimo audio, al buio, dopo che i carabinieri hanno fatto staccare luce e gas, come si fa sempre in questi casi per impedire gesti autolesionistici e per mettere sotto pressione psicologica la controparte.
“Io sto bene al buio – assicura Luca Orlandi. – Prima di spegnere la luce – suggerisce al negoziatore – avreste potuto fare un sacco di cose, capire, se sei un abile interlocutore, quale sarebbe la tua posizione mentale se fossi al mio posto”, dice ancora Orlandi sfidandolo.
“Chi è stato messo in pericolo? Se avessi voluto fare qualcosa con quelle armi, se rappresentassi un qualsiasi pericolo, non sarebbe stato ieri il momento? – chiede l’ufficiale. – La mia onorabilità non siete voi che potete discuterla, invece lo avete fatto, un sacco di gente lo ha fatto negli ultimi dieci anni”, aggiunge rivelando la frustrazione accumulata in tanto tempo.
Ed è sempre a Marco, il negoziatore, che si rivolge quando dice: “Perché pensavate mi fossi già sparato? Forse perché sapevate esattamente il tipo di stress che avete provocato e una persona normale è possibile che si spari a fronte della pressione che avete causato?”.
“Non ho alcuna intenzione di ammazzarmi, non ho tendenze suicide – assicura Orlandi. – Tu e i tuoi colleghi cosa ci fate qui, a giocare sulla vita altrui? Cosa racconti ai tuoi figli?”.
“Il motivo per cui le armi con me sono al sicuro, è che sono psicologicamente mentalmente estremamente radicato. Posso avere i miei ‘burst’ (continua in inglese, riferendosi agli scoppi d’ira) ma durante i miei burst di un secondo non ho mai rappresentato un pericolo per nessuno. Stai scherzando con la mia vita e lo sapevi dall’inizio, dicendomi ‘pensavamo fossi già morto’. Come mai ti viene in mente questa cosa? Forse perché la gente si ammazza quando arrivate voi?”.