Meloni riceve don Coluccia: “Massimo impegno contro la criminalità. Il governo è con lei”
Giorgia Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi don Antonio Coluccia, il sacerdote anti spaccio aggredito ieri a Tor Bella Monaca, a Roma, dove un uomo di 28 anni già noto per fatti di droga ha cercato di investirlo con lo scooterone durante la marcia per la legalità. Il sacerdote è rimasto illeso, mentre a finire investito è stato un agente della scorta, che è intervenuto per metterlo in salvo. L’agente, che è stato sbalzato via per diversi metri, ha riportato vari traumi.
Meloni riceve don Coluccia a Palazzo Chigi
Durante l’incontro, del quale ha dato conto Palazzo Chigi e che ha visto anche la partecipazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il premier ha espresso al sacerdote il pieno sostegno e la massima solidarietà del governo e lo ha ringraziato per il suo infaticabile impegno contro la criminalità organizzata, lo spaccio di droghe e l’illegalità. Meloni, inoltre, si è informata sulla situazione nel territorio dove opera il parroco, impegnato da anni nella battaglia per la legalità nei territori più difficili della Capitale, e ha ribadito l’impegno dell’esecutivo per combattere la criminalità organizzata e sostenere il recupero sociale ed economico. Inoltre, si è informata anche sulle condizioni dell’agente di scorta del sacerdote.
Il sacerdote: “Il premier ha dimostrato sensibilità, ha a cuore ciò che accade in questi territori”
“C’è una proposta criminale, bisogna riappropriarsi di questi territori. L’articolo 3 della Costituzione dice che la Repubblica rimuove gli ostacoli. La presidente del Consiglio ha dimostrato sensibilità ed essendo di Roma conosceva già le situazioni, quindi ha preso a cuore tutto ciò che sta accadendo in questi territori e cercherà con il suo governo di portare delle possibili soluzioni”, ha detto don Coluccia al termine dell’incontro, spiegando di aver “raccontato alla premier le criticità del crimine sulla città, almeno quello che a livello pastorale i miei occhi hanno visto e le mie mani hanno toccato, per parlare in termini evangelici”. “Ho raccontato – ha aggiunto – il welfare criminale della droga a Tor Bella Monaca, Quarticciolo e San Basilio”, dove ci sono “territori militarizzati dalle organizzazioni criminali” e “le persone che vi abitano non sempre hanno il diritto della pace”.
Don Coluccia: “Meloni mi ha detto che visiterà le periferie. L’ho vista molto convinta”
Il premier, ha riferito ancora il sacerdote, “ha promesso che farà un giro delle periferie, quando e come non lo so, ma verrà. L’ho vista molto convinta”. “Credo che i cittadini di questi territori – ha proseguito ancora don Coluccia – abbiano bisogno di vedere uno Stato di prossimità. Lo ha fatto, quando era prefetto, il ministro dell’Interno Piantedosi: ha aperto una nuova pagina sulla città che è stata continuata anche dall’altro prefetto Frattasi e dall’attuale prefetto Giannini, che ringrazio per quello che sta facendo”. “Bisogna continuare: come tutti i cambiamenti, è un processo che ha bisogno di tempo”, ha quindi sottolineato il prete, spiegando che “credo molto nella regola delle tre ‘p’: pochi, piccoli passi. Ma li dobbiamo fare”.
La necessità di “aiutare i cittadini onesti a organizzare la speranza”
L’episodio di ieri, ha quindi ammesso, “mi ha segnato, non pensavo si potesse arrivare a questo”. “Non mi aspettavo che sulle strisce pedonali qualcuno potesse fare un’azione del genere. Prendo atto di ciò che è accaduto, anche se ho avuto paura. Mi sono visto lo scooterone addosso e ringrazio l’operatore della scorta, l’angelo custode, che mi ha spinto via”. Se sente in pericolo? “Sì, già da tempo. Sto toccando i soldi alle organizzazioni criminali: il welfare, la droga. Ogni volta che presidio una piazza di spaccio sono 15, 20mila euro che si perdono”. “A chi è assoggettato a questo mondo criminale non va bene la mia azione pastorale, così come non vanno bene la polizia di Stato, i carabinieri. Ma i cittadini onesti, e ce ne sono tantissimi in questi quartieri, hanno il diritto di vedere persone positive che li possano aiutare – ha concluso – a organizzare la speranza“.