Massacrata nel parco, chi era Iris Setti: da poco in pensione per assistere la mamma. “Era eccezionale”

7 Ago 2023 15:08 - di Gabriele Alberti
Iris Setti massacrata

Un viso dolce, solare. Si chiamava Iris Setti la donna di 61 anni che il 5 agosto è stata aggredita e uccisa da un nigeriano  senza fissa dimora nel parco Nikolajevka del quartiere Santa Maria a Rovereto, in provincia di Trento. Una donna da tutti descritta come “eccezionale”, onesta, corretta, dedita alla famiglia, a sua madre soprattutto. La donna stava infatti rientrando a casa intorno alle 22.30 dopo aver assistito a domicilio la mamma malata. La vicenda ha profondamente scosso  non solo Rovereto ma l’intera opinione pubblica.

Rovereto, così ricordano Iris Setti: dolce, solare, onesta

Era andata in pensione da poco tempo. Fino a due anni fa lavorava come segretaria al Banco Rurale, ma poi per essere più presente in famiglia aveva deciso di uscire dal lavoro in anticipo. Per potersi prendere cura della mamma Carla aveva infatti colto l’opportunità di usare «Opzione Donna». Il ritratto di Iris che troviamo sul Correire della Sera in edicola è commovente. «Iris era una donna eccezionale. Una di quelle donne che non amava dare confidenza agli sconosciuti; ma che, una volta diventati amici, ti apriva il cuore e si metteva completamente a disposizione», racconta il vicino di casa Paolo Falceri, negoziante in centro a Rovereto.

Massacrata nel parco: Iris si prepensionò per assistere la mamma malata

Il suo ex datore di lavoro la ricorda con affetto. Donna seria e professionale: «Onesta, retta e affidabile. Lei chiedeva unicamente una cosa: un giorno di ferie per il suo compleanno. Lo faceva per la madre. Diceva che per darla alla luce la madre aveva sofferto. E, per quello, le dedicava la giornata». Sensibile e con un gran cuore. Il suo datore di lavoro si sofferma sul rapporto speciale che la legava alla mamma a cui dedicava quel giorno importante: «Sapevo che per il suo compleanno – continua Filigrana, il suo ex datore di lavoro – portava la mamma a rinnovare il guardaroba; dal parrucchiere e al ristorante. Ecco chi era Iris. I rapporti con lei erano basati sulla massima correttezza. Le piaceva anche ridere e scherzare, sempre con eleganza». Chi la conosceva la ricorda era una grande amante degli animali, soprattutto dei cani. I vicini di casa della madre la descrivono come una donna tendenzialmente solitaria, riservata e a tratti «schiva».

Iris Setti massacrata, gli ex datori di lavoro: “Quel giorno di ferie per il compleanno della mamma”

Sui social tanta è la gente comune che si sta immedesimando nella vicenda agghiacciante di Iris Setti. E tanta è la rabbia. “Quanta raffinatezza e gentilezza nello sguardo di questa signora con il nome di un fiore, Iris. Quanto aberrante il contrasto con l’orrore rivoltante che l’ha portata a morire, per mano di un criminale”. Un altro ricordo pieno di rammarico e di rispetto per la delicatezza di questa signora elegante e radiosa  lo offre Silvano Piazzini, già vicepresidente della Cassa Rurale di Rovereto su ilquotidiano.it : «Quando ci incontravamo amava ricordare con simpatia la frase con cui, anni prima, l’avevo salutata; riguardava il suo nome, che è quello d’un bellissimo fiore. Io posso dire che era una persona eccezionale e che ha ricoperto il proprio ruolo con grande professionalità, passione, attaccamento all’istituzione e grandissima riservatezza. I rapporti con lei erano basati sulla massima correttezza. Le piaceva anche ridere e scherzare, ma sempre con eleganza». Un’infamia la su tragica fine.

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