Libia e Israele in rivolta per l’incontro segreto (ma concordato) a Roma. Mangoush portata in Turchia

28 Ago 2023 14:31 - di Paolo Lami

L’incontro dei giorni scorsi segreto (ma concordato) a Roma fra i ministri degli Esteri di Libia e Israele che ufficialmente non hanno rapporti è deflagrato con tutte le sue contraddizioni e, fra le proteste di piazza, la ministra libica, Najla Mangoush, è stata prima sospesa, poi rimossa dall’incarico e, infine, messa in fretta e furia su un aereo di Stato ed esfiltrata in Turchia per sicurezza.

La vicenda sta prendendo una piega inattesa con disordini e contestazioni anche piuttosto accese ma, con il passare delle ore, si vanno disvelando i contorni dell’incontro, tutt’altro che casuale, come invece era stato fatto credere inizialmente.

E’ stato il ministro degli Esteri israeliano, Cohen a rivelare l’incontro segreto fatto a Roma con l’omologa libica Najla Mangoush il 23 agosto scorso.

Ora, dopo le polemiche, arrivano le precisazioni. Fonti diplomatiche vicine a Eli Cohen respingono le accuse di “dilettantismo” per aver rivelato il faccia a faccia “storico” con Najla Mangoush e rivelano che il comunicato con la notizia dell’incontro a Roma del 23 agosto tra il ministro degli Esteri israeliano e la ministra degli Esteri libica era “concordato”.

“Erano d’accordo sulla pubblicazione – ha detto una fonte citata dal Times of Israel. – Lo sapevano. L’unica sorpresa è stata il momento della pubblicazione”.

La fonte ha raccontato che la notizia dell’incontro aveva cominciato a girare tra i giornalisti, che stavano chiedendo conferma al ministro degli Esteri.

Il comunicato sarebbe dovuto uscire nel corso della settimana ma è stato anticipato a ieri.

“Non ci entusiasma il fatto che cambino le versioni di ciò che è accaduto”, ha commentato la fonte, secondo cui l’incontro sarebbe durato due ore e sarebbe stato tutt’altro che casuale, come sostengono i libici.

L’Italia sarebbe stata strettamente coinvolta nella pianificazione dell’incontro di mercoledì scorso, gli americani ne erano al corrente, mentre l’Egitto non ne era informato, ha rivelato ancora la fonte.

In tutto questo, dopo le prime proteste, la ministra degli Esteri del governo di Tripoli, Najla Mangoush, finita nella bufera è stata prima sospesa, poi rimossa, infine portata via, per sicurezza, dalla Libia ed è arrivata nelle scorse ore a Istanbul, in Turchia.

L’aereo per quella che appare come una vera e propria fuga, svelata dal sito israeliano di notizie Ynet, è stato messo a disposizione dal governo libico con la collaborazione dell’Agenzia per la sicurezza interna.

Mangoush è stata “sospesa temporaneamente” dall’incarico dal premier del governo di Tripoli, Abdul Hamid al-Dbeibeh, ed è indagata, sottoposta a “inchiesta amministrativa” giacché il  governo Tripoli e Israele non hanno relazioni formali.

I retroscena dell’incontro li ipotizza, parlando con l’Adnkronos, Mohamed Eljarh, Managing Partner al Libya Desk Consulting. E sono sostanzialmente simili a quanto rivelato da fonti vicino al ministro degli Esteri israeliano, Cohen.

Si è trattato di un “incontro concordato sia dai libici sia dagli israeliani con l’Italia scelta come mediatrice” in quello che dal premier libico Abdul Hamid Dbeibah è ritenuto il “momento giusto per sfruttare la carta della normalizzazione con Israele, nonostante i rischi, per assicurarsi il sostegno politico e diplomatico degli Stati Uniti contro il tentativo di rimuoverlo”.

Anche il premier del governo di unità nazionale libico, Abdul Hamid al Dbeibah, era al corrente dell’incontro a Roma il 23 agosto tra la sua ministra degli Esteri, Najla Mangoush, ed il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, confermano, all’Adnkronos, fonti informate.

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