Il sogno proibito (e fallito) di Fratoianni: far votare la patrimoniale alla destra. Il governo dice no, grazie…
Era tutto un equivoco, ma per qualche ora la sinistra si era illusa di aver portato a casa il suo sogno non tanto segreto: la tassa patrimoniale sui ricchi, come farebbe se andasse al governo. Era stata la premiata “coppia” Fratoianni-Piccolotti a illudersi che il parere favorevole del governo a un loro ordine del giorno, avrebbe sancito il colpaccio politico dell’estate: più tasse per tutti. Ma non era così e lo si è capito quando Palazzo Chigi ha spento gli entusiasmi della sinistra e qualche ironia del Terzo polo.
Come richiesto dall’ordine del giorno presentato dall’onorevole Fratoianni, si impegnava il governo a ‘valutare la possibilità di introdurre una Next generation tax’, una sorta di nuova tassa patrimoniale” ma “il governo ha velocemente valutato la proposta e altrettanto velocemente concluso che non intende dare seguito alla stessa”, hanno messo in chiaro fonti di Palazzo Chigi dopo che, con parere favorevole con riformulazione, il governo aveva accolto, in Aula a Montecitorio, quello stesso ordine del giorno alla delega fiscale.
L’ordine del giorno sulla patrimoniale e le successive rettifiche
Successivamente da fonti del ministero dell’Istruzione e del Merito si era appreso che l’ordine del giorno a firma di Fratoianni che impegnava il governo a valutare l’opportunità di trovare nuovi fondi per combattere la dispersione scolastica “indica un obiettivo che il governo sta già perseguendo con una pluralità di iniziative (da quelle previste dal Pnrr alle iniziative nazionali previste, ad esempio, da Agenda sud)”. “Il Governo si impegna dunque a valutare questo obiettivo, e nelle sue valutazioni sceglierà gli strumenti migliori per incrementare le risorse a beneficio della dispersione scolastica, senza mai introdurre nuove tasse”, avevano concluso le stesse fonti. Fino alla smentita finale di Palazzo Chigi che “gelava” i sogni di patrimoniale della sinistra…