Genova, donna presa a sassate da un uomo senza fissa dimora: è in gravissime condizioni

21 Ago 2023 18:51 - di Francesca Amendola
Genova

Una donna di 61 anni è in fin di vita dopo essere stata aggredita a sassate da uno sconosciuto mentre si trovava vicino ai giardini 10 Maggio, nel quartiere Struppa di Genova. Gli agenti delle volanti hanno arrestato l’aggressore, un uomo di 34 anni senza fissa dimora. La vittima è al momento in coma all’ospedale Galliera dove i medici stanno valutando anche un eventuale trasferimento all’ospedale San Martino.

L’aggressione è avvenuta all’ora di pranzo. La donna stava camminando quando è stata colpita alla testa con un sasso di circa 20 centimetri. L’uomo ha impugnato la pietra e si è accanito sulla vittima, colpendola più volte. Un passante ha messo in fuga l’aggressore mentre un giovane che ha assistito dal balcone di casa alla scena ha chiamato i soccorsi. Gli agenti hanno rintracciato l’uomo in via Molassana e lo hanno arrestato. La 61enne è stata invece trasferita in ospedale, prima in codice giallo, ma una volta arrivò al pronto soccorso le sue condizioni sono apparse molto più gravi. L’uomo è in questura e sarà il magistrato di turno a decidere, in base all’esito degli esami medici, se contestare le lesioni gravissime o il tentato omicidio.

Genova  e la donna morta dopo essere stata spinta in piazza

Genova era stata teatro di un’altra assurda tragedia il 3 maggio scorso, quando Graziella Trevisan, una pensionata di 78 anni, venne spinta a terra da uno sconosciuto. Il violento colpo subito la portò in rianimazione dove è morta il 5 agosto dopo tre mesi di agonia. Gli inquirenti stanno ancora esaminando i video e le testimonianze dei suoi coetanei, nel quartiere Marassi, e propendono per un atto colposo di un altro anziano, determinato “dalla fretta”.

Le violenze e il perdonismo di sinistra

Molti dei casi di violenza registratisi in questa estate hanno visto protagonisti degli immigrati: fra tutti il caso di Rovereto, dove Iris Setti è stata uccisa da un pregiudicato nigeriano con precedenti per droga. Anche in questo caso , “il perdonismo di sinistra”, che riconduce tutto a una visione sociologica parziale, ha difeso le ragioni dell’aggressore non preoccupandosi della vittima.

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