Emergenza rifiuti a Roma: il termovalorizzatore di San Vittore del Lazio verso la “quarta linea”
A Roma non si abbassa il livello di emergenza per la raccolta e la gestione dei rifiuti. Non solo molte aree periferiche della Capitale, ma anche alcune vie del centro presentano problemi evidenti di raccolta.
Il Campidoglio, attraverso l’Ama, ha già approntato un piano transitorio per l’incenerimento di 800mila tonnellate di rifiuti dal 2023 al 2025, a un costo complessivo che sfonda il muro del mezzo miliardo di euro nel triennio.
Rifiuti che verranno trasferiti fino in Svezia e in Olanda. Pertanto, almeno per i prossimi tre anni i rifiuti di Roma faranno il giro dell’Europa, per evitare altre emergenze, anche in vista del Giubileo. Roma – e i suoi cittadini – scontano, come noto, la conclamata mancanza di impianti, necessari per evitare di dover ricorrere all’invio all’estero, con costi che inevitabilmente salgono, così come l’inquinamento legato al trasporto sistematico.
Tutto questo, nell’attesa del raggiungimento dell’autonomia impiantistica, che per la parte dell’immondizia indifferenziata passerà in particolare per la costruzione del termovalorizzatore a Santa Palomba (il sindaco Gualtieri ne prevede l’accensione a ottobre 2026).
Per ora, l’unico termovalorizzatore attivo nel Lazio per la chiusura del ciclo dei rifiuti è quello di San Vittore, gestito da Acea Ambiente.
Nel comparto ambiente ACEA è infatti cresciuta negli ultimi dieci anni diventando il quarto operatore nazionale con un preciso radicamento nel centro Italia e presidiando l’intera catena del valore nei comparti del recupero e riciclo di materia e del trattamento e smaltimento finale del rifiuto.
Il termovalorizzatore di San Vittore impiega 83 persone e lavora su tre linee di termovalorizzazione indipendenti tra loro per una capacità massima di circa 400mila tonnellate l’anno. Rifiuti che vengono trasformati in energia elettrica. Attraverso il sito internet del Gruppo Acea, è anche possibile verificare le emissioni in tempo reale delle tre linee.
In questo ambito, Acea ha in programma una quarta linea. Sarà un’opera fondamentale per chiudere il ciclo di rifiuti nel Lazio. Acea Ambiente ha già ottenuto dalla Regione il provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR) che comprende l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e la Valutazione Impatto Ambientale (VIA) per la sua realizzazione, per cui è partita una gara europea.
Questa avrà una capacità di 186.000 tonnellate annue, e prevede un investimento di circa 200 milioni di euro grazie al quale la capacità di trattamento dell’intero impianto salirà a 447.200 tonnellate annue. Nel 2021 i rifiuti termovalorizzati sono stati 307.391 tonnellate, la maggior parte dei quali derivante dal pretrattamento di RSU della città di Roma.
Proprio relativamente al bando per termovalorizzatore di Roma, Acea Ambiente ha reso noto di «aver presentato la propria manifestazione di interesse unitamente a importanti partner nazionali e internazionali, quali Hitachi Zosen Inova, Vianini Lavori e Suez, a valle delle favorevoli determinazioni dei competenti organi societari di Acea Ambiente medesima e di Acea (anche ai sensi delle previsioni di cui alla Procedura per le Operazioni con Parti Correlate del Gruppo Acea)».
Il 7 giugno, il Sindaco Gualtieri ha dichiarato di aver ricevuto i pareri dei tecnici sulla proposta ricevuta: “Sul termovalorizzatore ho potuto, secondo i tempi e le procedure, ricevere la relazione preparata dai tecnici che hanno esaminato la proposta di Acea. La relazione è positiva: dal punto di vista tecnico sarà un impianto all’avanguardia, oltre i migliori livelli esistenti, forse l’impianto più avanzato del mondo”. La gara dovrebbe partire proprio in questi giorni.
Roma, finalmente, avrà il suo impianto per trasformare i rifiuti in energia e non mandarli in giro per l’Europa come fatto finora.
Finalmente potevano pensarci prima al termovalorizzatore .ma sarà vero ? Forza Gualtieri dacci il termovalorizzatore non né possiamo più della mondezza che puzza sotto casa