Soffocò la madre a febbraio con un cuscino, chiesto il processo per Sandro Biondi
La procura ha chiesto il processo per Sandro Biondi, il 52enne accusato dell’omicidio della madre, Maria Luisa Sassoli. La donna fu soffocata con un cuscino nell’appartamento che condivideva con il figlio al Barco. Il passo avanti nell’inchiesta sul delitto è arrivato nei giorni scorsi con la conclusione delle indagini e l’istanza formalizzata dal sostituto procuratore Andrea Maggioni. In particolare, il pubblico ministero ha chiesto per il 52enne il giudizio immediato. La richiesta è già sul tavolo del gip. Ora la difesa dell’indagato (difeso dall’avvocato Monica Pedriali) avrà la possibilità di chiedere il processo in rito abbreviato.
L’omicidio
Sandro Biondi viveva con l’anziana madre di cui si prendeva quotidianamente cura. Smentite le voci di percosse ai danni della congiunta che erano giunti da alcuni vicini di casa. Il delitto avvenne la mattina del 23 febbraio. Biondi soppresse la madre con un cuscino e subito dopo confessò il delitto, probabilmente scaturito da un’usura dei rapporti causata dal peggioramento delle condizioni di salute della signora. Subito dopo , in carcere, Biondi tentò il suicidio .
La perizia psichiatrica
La perizia psichiatrica affidata dal Pm a Luciano Finotti ( consulente del vedovo di Barbara Capovani nel processo Seung) stabilì che Biondi fosse capace di intendere e volere ma non socialmente pericoloso. Il su stato psichico presentava, secondo il consulente della procura,” un disturbo di tipo ansioso depressivo e una complessa struttura di personalità con elementi costitutivi di vari disturbi della personalità”. Difficile che un quadro personologico del genere ( elementi costitutivi di disturbi) non sia presente in qualsiasi persona. Finotti consigliava anche la permanenza di Biondi in una struttura alternativa al carcere. L’avvocato Pedriali si sta adoperando per trovare una struttura che consenta a Biondi di poter mantenere i rapporti con i familiari.
Cosa succederà
L’assenza di premeditazione e crudeltà dovrebbe evitare a Biondi la massima pena. Probabile anche che la pena detentiva possa essere scontata in una comunità terapeutica. Il fratello e il padre di Biondi non si sono costituiti parte civile e questo lo agevolerà per il processo. Presumibilmente una loro vicinanza diversa , tempo fa, lo avrebbe aiutato diversamente. Un dramma della solitudine che insieme alla giusta pena deve trovare quella pietas insita nella nostra cultura giuridica.