Senti chi parla. De Luca a La Russa: «Chi ha incarichi pubblici non può parlare come vuole»
Dr. Jekill o Mr. Hyde? Di certo evidenzia un singolare caso di sdoppiamento il governatore Vincenzo De Luca mentre impartisce la sua lezioncina a Ignazio La Russa. Eccola: «Ci auguriamo che ognuno abbia comportamenti adeguati alle responsabilità istituzionali che ricopre. Un cittadino qualunque può parlare come vuole, chi ha incarichi istituzionali ha dei doveri in più che deve rispettare». Non fa una grinza. Se solo non fosse lui a richiamare il presidente del Senato al bon ton istituzionale. E sì, perché De Luca è un vero e proprio seminatore industriale di insulti. Ne distribuisce a piene mani.
De Luca pretende il monopolio dell’insulto
Chiedere, per conferma, ai suoi bersagli più recenti tipo Bianca Berlinguer, ridotta a «sòla» rifilata dalla Rai a Mediaset, e lo scrittore Mauro Corona, apostrofato in sequenza come «troglodita», «Neanderthal vestito come un capraio afghano» e «cammelliere yemenita». E tutto questo, canterebbe Cocciante, «senza una ragione, né un motivo, senza niente». Proprio così: De Luca insulta anche per puro gusto, per intima vocazione, persino in assenza di offesa ricevuta, «a prescindere» direbbe Totò. Erano invece tutte politiche le ragioni che tempo fa lo indussero a suonarle di brutto alla trimurti grillina – Fico, Di Maio e Di Battista -, allora imperante tra le 5Stelle. In diretta su Lira tv ribattezzò il primo «moscio», il secondo «chierichetto» e il terzo «gallo cedrone». Li frullò come «mezze pippe» per poi offrirli così triturati in pasto al pubblico con l’affettuosa raccomandazione «li debbono ammazzare a tutti e tre». Un mito.
Quando disse della Bindi «da ucciderla…»
Piena adesione al galateo istituzionale anche in occasione degli insulti appioppati a Rosy Bindi, rea di averlo inserito, da presidente della commissione parlamentare Antimafia, nella black list degli impresentabili. «Una cosa infame – commentò lui –, da ucciderla…». La pasionaria dem è uno dei suoi bersagli preferiti. Tanto da tirarla in ballo persino in uno show dedicato a Matteo Salvini e alla sua fidanzata di allora Elisa Isoardi, giudicata troppo avvenente e conturbante per un politico superimpegnato come il leader leghista, allora al Viminale. Da qui il suggerimento di sostituire la conduttrice con «l’onorevole Rosaria Bindi», cosicché quando il ministro torna a casa «stanco e strutto» non ha altro da fare se non «gli esercizi spirituali».
Tra Crozza e il governatore
Si potrebbe proseguire ancora per molto, ma ragioni di spazio ci impongono di chiudere qui il florilegio degli insulti deluchiani. A questo punto, non resta che chiedersi come possa uno così impancarsi a censore delle dichiarazioni altrui, in questo caso di La Russa. Lo sdoppiamento, appunto. Ma più che Mr. Hyde, qui c’entra Maurizio Crozza. Già, dove finisce l’originale e dove comincia la sua parodia ormai non lo capisce più nessuno. Forse neppure De Luca.