Procaccini: “Difficile che Salvini entri nell’Ecr. Per esportare il centrodestra italiano non serve un gruppo unico”
“È improbabile che la Lega al Parlamento europeo decida di lasciare il gruppo Identità e Democrazia, che presiede, per chiedere di entrare nell’Ecr”. Anche perché finirebbero sotto l’ombrello di Fratelli d’Italia. Parola di Nicola Procaccini di FdI, copresidente del gruppo Ecr, in queste ore impegnato a Varsavia.
Procaccini: improbabile che la Lega entri nell’Ecr
“Se mai dovesse arrivare una richiesta in tal senso, che non è arrivata, verrebbe valutata insieme alle altre delegazioni nazionali dei Conservatori”, chiarisce in un colloquio con l’Adnkronos. Certamente il gruppo di Identità e Democrazia viv una certa demonizzazione. “Gli altri gruppi politici sono coalizzati per non far ottenere al gruppo né presidenze di commissione né vicepresidenze, facendone di fatto un paria delle istituzioni comunitarie. Un situazione sofferta da molti eurodeputati leghisti. Tanto che alcuni pensano che il partito dovrebbe ‘mollare’ Id per entrare nell’Ecr, come hanno fatto i Veri Finlandesi subito dopo aver ottenuto un buon risultato alle urne”.
Esportare il centrodestra non significa gruppo unico
Ma non è in agenda. Come pure l’idea del gruppo unico delle destre. Replicare il centrodestra italiano in Europa, come auspicato da Fratelli d’Italia per esportare il modello del governo Meloni, “è diverso dal fare un unico gruppo parlamentare”. Procaccini poi chiarisce le dinamiche del Parlamento di Bruxelles dove le maggioranza sono molto dinamiche. “Non esiste a una maggioranza Ursula, che sta insieme dal primo all’ultimo giorno e vota in maniera compatta su tutta l’agenda di governo. La maggioranza Ursula è esistita un giorno, quando ha eletto von der Leyen”.
La maggioranza Ursula è esistita un giorno solo
Nell’Aula di Strasburgo, diversamente di quanto accade a Roma, su ogni file si forma una maggioranza diversa”, spiega l’europarlamentare. “Per questo, il prossimo Parlamento europeo avrà un equilibrio più spostato verso destra, anche e soprattutto grazie all’Italia. Ma non avrà una maggioranza né di centrodestra né di centrosinistra. Su ogni dossier si valuterà la maggioranza conseguente”. Probabilmente – aggiunge – c’è già adesso questa maggioranza, ma su alcuni temi, e comprende Id. Ma non c’è lo schema italiano. A Bruxelles si vota una volta, un giorno e basta. Dopodiché, però, dal giorno dopo è liberi tutti”.
La sfida dell’Ecr alle prossime urne
Il vento conservatore soffia forte e l’europarlamentare non esclude che, grazie al peso anche che avrà Fratelli d’Italia, l’Ecr possa diventare la delegazione più grande dell’intero Parlamento. “Ma sarà una cosa che dovremo conquistarci giorno per giorno. Non è che ce la conquistiamo solo alle urne”.
I sondaggi non vanno presi con le pinze
Realismo innanzitutto. Procaccini invita a non prendere come oracoli i sondaggi sulle prossime europee di giugno 2024. “Non solo perché mancano 11 mesi al voto, ma anche perché spesso non comprendono il peso dei Non Iscritti, che oggi sono tantissimi”. Quel che è certo è che, se le destre probabilmente andranno bene, i Socialisti “non spariranno”. Nella partita va considerata anche la composizione del Consiglio europeo, che si costituisce attraverso le elezioni nazionali.
Probabile maggioranza di centrodestra anche nel Consiglio europeo
Nell’ultimo anno – conclude Procaccini – le elezioni hanno visto vincere il centrodestra. Ora abbiamo altre elezioni fondamentali, in Spagna e in Polonia, dove addirittura c’è un derby all’interno del centrodestra. Credo che si stia formando, anche all’interno del Consiglio europeo una maggioranza di centrodestra. Anche lì, non è una maggioranza una volta per sempre”.