Monica Cirinnà ha aperto un ristorante nella tenuta dove c’era la cuccia del cane. “Delusa dal Pd”
Monica Cirinnà ha aperto un ristorante. Come annunciato nel video pubblicato su Instagram, la ex senatrice Pd ha infatti inaugurato “Terra”, ristorante rurale all’interno della fattoria di famiglia a Capalbio, in Toscana.
L’ultima volta che aveva avuto le prime pagine dei giornali era stato per una vicenda singolare: i soldi, parecchi, trovati nella cuccia del cane Orso suo e di suo marito. In una busta di plastica, nascosta dentro la cuccia, erano impacchettati 24 mila euro. L’inchiesta è stata archiviata, Cirinnà e il marito non non sono neanche mai stati chiamati a parlare davanti ai magistrati.
Cirinnà ha presentato il suo ristorante rurale, «dalla natura al piatto» aperto nella tenuta di famiglia con il marito Esterino Montino, un altro ormai ex big del Pd, fino a qualche mese fa sindaco di Fiumicino.
Dalle battaglie in Parlamento al ristorante a Capalbio: la parabola di Monica Cirinnà
L’ex senatrice, storica paladina delle battaglie Lgbt, si dedica dal 25 settembre 2022, dopo la tornata elettorale nella quale non è stata rieletta, alla sua tenuta toscana. Fiore all’occhiello i 13 ettari di vigneto che producono 100 mila bottiglie all’anno di Sangiovese e Ansonica.
Non è sfuggito alle ironie social il fatto che il ristorante Terra sorga nella località radical chic per antomasia: Capalbio, borgo sempre caro ai potenti di sinistra. «Ma io non vado in spiaggia – mette le mani avanti la 60enne ex parlamentare – non frequento nessuno, esco poco, mi faccio anche il pane da sola».
Al Corriere della Sera la Cirinnà lamenta di essere stata messa in disparte dai suoi ex compagni di partito. «Non mi ha contattata nessuno, nemmeno del Pd locale o tra gli eletti in Toscana, a parte la mia amica Alessandra Nardini. Il telefono non suona. Se esci dal giro, se non hai un incarico di partito, vieni facilmente accantonato». Non mancano le frecciatine contro la dirigenza dem che l’ha fatta fuori esattamente un’estate fa. «Non dimentico il colpo di mano di Ferragosto, quando Letta con i suoi sodali rinnegarono la decisione della direzione regionale che mi voleva capolista. Zingaretti, Orlando, Franceschini, ognuno ha protetto i suoi. E di notte, tra spinte e controspinte, mi ritrovai nel collegio perdente. Del resto quando sei un cane randagio come me non sei di nessuno e non hai nessuno».
Proprio la Cirinnà che tira fuori la metafora del cane, dopo la storia della cuccia, si presterebbe a una serie di battute, ma il cronista del Corriere non infierisce. E non lo facciamo neanche noi.