Meloni ricorda le stragi del ’93: “Momenti bui ma il male non ha avuto la meglio”
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricordato oggi, a distanza di trent’anni, le stragi del 27 luglio del 1993 che colpirono Milano e Roma causando cinque morti e diversi feriti. Una pagina buia della Repubblica che il Premier ha ripercorso in una nota sottolineando ancora una volta il sacrificio di Falcone e Borsellino e ribadendo a chiare lettere come la lotta alla mafia rappresenti una priorità assoluta del governo. “Nella notte tra il 27 e il 28 luglio di trent’anni fa -scrive il presidente del Consiglio-Cosa Nostra sferrò un altro colpo della sua strategia stragista ed eversiva contro lo Stato, la legislazione antimafia e il carcere duro”.
Meloni ripercorre quella terribile notte sottolineando come “I mafiosi fecero esplodere tre autobombe, una a Milano in via Palestro e due a Roma davanti San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro. Il bilancio fu pesantissimo: cinque morti, decine di feriti e danni ingenti al patrimonio storico, culturale e religioso. Ci inchiniamo ancora una volta alla memoria delle vittime e rinnoviamo il nostro sentimento di vicinanza e solidarietà ai loro famigliari e ai loro cari. Nessuno potrà mai dimenticare quegli anni così difficili per la nostra Nazione, caratterizzati da feroci attentati e da una lunga scia di sangue e violenza”.
Meloni: “Da quel dolore è nata una nuova luce contro le mafie”
“Il male non ha avuto l’ultimo parola-scrive il primo ministro.- Dal dolore, dalla sofferenza e dal sacrificio di figure straordinarie come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone è nata una nuova luce, un movimento sociale e culturale che ha contrapposto il profumo della libertà al tanfo irrespirabile della criminalità organizzata. In questi trent’anni la Nazione ha maturato la consapevolezza che le mafie possono essere sconfitte. Una consapevolezza che lo Stato e le Istituzioni hanno saputo declinare in un corpo di strumenti giuridici, tecnici e operativi che hanno consentito di contrastare il fenomeno mafioso e reso l’Italia un modello a livello internazionale”.
“Combattere la mafia -conclude nella nota Giorgia Meloni-è la questione morale che orienta l’azione quotidiana del Governo. È la bussola che guida il nostro lavoro e che ci consente di proseguire nel cammino intrapreso per adeguare la legislazione antimafia e renderla sempre più incisiva e capace di rispondere alle nuove sfide del crimine organizzato.”