Mattarella: “La magistratura è autonoma, ma le leggi le fa il Parlamento. Si rispettino i confini”
Ciascuno faccia il proprio mestiere e cerchi di farlo bene. Il senso delle parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della tradizionale cerimonia del Ventaglio al Quirinale. Alla presenza dei giornalisti della stampa parlamentare, prima della pausa estiva, arriva un chiaro monito a tenere separati il potere giudiziario da quello politico. “Più volte è stato ricordato da molte sedi l’esigenza ineludibile che i vari organismi rispettino i confini delle proprie competenze – ha proseguito il Capo dello Stato- . E che a livello istituzionale ciascun potere dello Stato rispetti l’ambito di attribuzioni affidate agli altri poteri”.
Mattarella: Non si confondano i ruoli tra magistratura e politica
Mattarella ha pertanto ribadito la “necessità” che “la magistratura sia consapevole di essere chiamata in piena autonomia e indipendenza a operare e giudicare secondo le norme di legge interpretandole anche correttamente secondo Costituzione”. Ma “tenendo conto che le leggi le elabora e le delibera il Parlamento”. Perché “soltanto al Parlamento nella sua sovranità legislativa è riservato questo compito dalla Costituzione”. “Allo stesso modo ovviamente – ha proseguito Mattarella – va garantito il rispetto del ruolo della magistratura nel giudicare. Perché soltanto alla magistratura questo compito è riservato dalla Costituzione”.
“La magistratura è un potere autonomo ma le leggi le fa il Parlamento”
“Iniziative di inchieste con cui si intende sovrapporre l’attività del Parlamento a giudizi della magistratura si collocano al di fuori del recinto della Costituzione e non possono essere praticate. Non esiste un contropotere giudiziario del Parlamento usato parallelamente; o peggio in conflitto con l’azione della magistratura. Così come non sono le Camere a poter verificare, valutare e giudicare se norme di legge che il Parlamento stesso ha approvato siano o meno conformi alla Costituzione, perché questo compito è riservato in maniera esclusiva alla Corte costituzionale”. Queste parole sono state interpretate come un rimprovero verso un certo attivismo delle commissioni parlamentari: come quella sul gestione dell’emergenza pandemica o sul caso Orlandi. Fatto sta che Mattarella, però, ha rivolto un messaggio charo ai giudici, quando ha ricordato che: “la magistratura è un potere autonomo”, ma che “le leggi le fa il Parlamento”. Il capo dello Stato ha sintetizzato il messaggio invitando “ciascuno a fare il proprio mestiere, e a farlo bene”.
Mattarella: “Il Pnrr non è una questione di governo, ma dell’Italia”
Il presidente della Repubblica si è soffermato anche su altri dossier. “Ho più volte sottolineato la portata decisiva” del Piano nazionale di ripresa e resilienza “per il nostro futuro. Vorrei oggi porre in evidenza che non si tratta di una questione di governo, di questo governo o dei due precedenti, ma dell’Italia. L’invito a tutti a mettersi alla stanga che mi ero permesso di avanzare tempo addietro era rivolto a tutti: quale che sia il livello istituzionale, il ruolo politico di maggioranza o di opposizione. Dobbiamo avvertirne tutti il carattere decisivo per l’avvenire dell’Italia e tener conto, pertanto, allo stesso tempo, di non esserne estranei”, ha detto a proposito dell’attuazione del Pnrr. L’inquilino del Quirinale ha anche aggiunto che “un insuccesso o un risultato parziale sarebbe una sconfitta per l’Italia”.
“La propaganda non si sostituisca ai fatti”
Il capo dello Stato ha poi parlato di informazione, di pluralismo, avvertendo che “a fronte di un’abbondanza di mezzi di diffusione, alla quale, per la verità, non corrisponde obbligatoriamente una pluralità di contenuti”, si avverte “più che mai” l’esigenza di una “alfabetizzazione” digitale “; e quella della crescita di una capacità critica rispetto all’offerta, per non essere in uno scenario che veda la propaganda sostituirsi ai fatti“. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante il suo discorso in occasione della Cerimonia di consegna del “Ventaglio” al Quirinale. “I giornalisti sono questo: testimoni di verità, spesso a prezzi molto alti. Penso ai numerosi inviati uccisi nella guerra condotta dalla Federazione Russa all’Ucraina. Vite sacrificate per svolgere quel servizio alla conoscenza che crea consapevolezza rispetto al velo dell’ignoranza dei fatti”, ha proseguito il Presidente.
“I giornalisti certifichino la corrispondenza tra i fatti e la loro rapprsentazione”
“Il contratto di lavoro dei giornalisti – scaduto ormai da anni – costituisce il primo elemento dell’autonomia della categoria. Vorrei ribadire che è compito dei giornalisti essere certificatori di fronte alla pubblica opinione della corrispondenza tra i fatti e la loro rappresentazione, concorrendo così all’esercizio di democrazia costituito dall’informazione. L’autenticità dell’informazione è affidata, dalle leggi, alla professionalità e alla deontologia di ciascun giornalista”. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante il suo discorso in occasione della Cerimonia di consegna del “Ventaglio” al Quirinale.
“Sarebbe fuorviante – e contraddittorio con le stesse disposizioni costituzionali – immaginare che organismi terzi possano ricevere incarico di certificatori della liceità dei flussi informativi”, ha proseguito il Capo dello Stato, il quale ha voluto sottolineare anche “il valore del pluralismo delle opinioni, delle differenti sensibilità interpretative. Per fortuna quando si cerca di eliminarle non vengono escluse ma alimentate”.