Israele, Netanyahu accusa “forti dolori al petto” e perde conoscenza. Ricoverato, ora sta meglio
Avrebbe improvvisamente perso conoscenza mentre era in casa, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, portato di corsa al pronto soccorso di Ramat Gan.
Netanyahu si era lamentato di non sentirsi bene accusando “forti dolori al petto”. E, poi, avrebbe brevemente perso i sensi.
“Le sue condizioni sono buone ed è sottoposto ad esami medici”, ha reso noto un comunicato del suo ufficio, aggiungendo che verranno successivamente resi noti nuovi dettagli.
Il premier, che ha 73 anni, è stato portato in ospedale dalla sua casa di Caesarea, dove stava trascorrendo il weekend.
Secondo il sito Walla, Netanyahu avrebbe brevemente perso conoscenza in casa, ma era pienamente cosciente quando è arrivato allo Sheba center di Ramat Gan, vicino Tel Aviv.
Primo ministro di Israele dal 29 dicembre 2022 e precedentemente dal 2009 al 2021 e tra il 1996 e il 1999, Benyamin Netanyahu è membro della Knesset e leader del Likud, il partito di destra israeliano.
Fonti dello Sheba center, scrive il Jerusalem Post, affermano che Netanyahu ha battuto la testa quando ha perso conoscenza in casa e ha anche avvertito un dolore al petto.
All’arrivo al pronto soccorso era pienamente cosciente e ora gli esami dovranno stabilire se non vi sono danni cerebrali e se il ritmo cardiaco è normale.
Il suo medico personale, Tzvi Berkovitz, ha detto all’emittente Channel 12 che le condizioni del primo ministro sono “buone e stabili”.
Nell’ottobre 2022 Netanyahu era stato portato al pronto soccorso dopo essere svenuto durante le preghiere dello Yom Kippur in una sinagoga di Gerusalemme. Era stato dimesso dopo che gli esami medici non avevano riscontrato nessuna anomalia.
Nel caso in cui Netanyahu fosse incapacitato, sottolinea Times of Israel, non è chiaro chi dovrebbe sostituirlo.
Il ministro della Giustizia Yariv Levin è vicepremier ma ciò non significa che potrebbe automaticamente sostituire Netanyahu.
In passato, quando partiva all’estero o si sottoponeva a procedure mediche programmate, Netanyahu affidava ad un ministro l’incarico di sostituirlo temporaneamente.
In questi mesi Netanyahu è sottoposto ad una fortissima pressione perché sta cercando di imporre al Paese la sua riforma della Giustizia che ha trovato la contrarietà del suo migliore alleato, gli Usa.
Ben 170 riservisti della Sayeret Matkal, la più famosa unità d’elite dell’esercito israeliano, hanno annunciato proprio in queste ore di non voler più presentare per il servizio come protesta contro la contestata riforma giudiziaria.
La Sayeret Metkal ha uno status mitico in Israele e la presa di posizione dei 170 riservisti è destinata ad colpire l’opinione pubblica.
Secondo Times of Israel, è “un duro colpo per la prontezza operativa dell’esercito”.
Già nei mesi scorsi un’analoga presa di posizione dei riservisti dell’aviazione era stata fra gli elementi che avevano spinto in marzo il premier Benyamn Netanyahu a sospendere l’iter della riforma.
Ma ora che il governo aveva ripreso le votazioni in Parlamento, l’adesione alla protesta dei riservisti della Sayret Mekla evidenzia ancora una volta lo scontento delle forze armate per questa riforma che divide Israele.
“Siamo consapevoli del potenziale danno che potrebbe derivare dalla decisione di non essere più volontari del servizio di riserva, ma come stanno le cose non abbiamo altro modo di agire per fermare la distruzione che le leggi previste causerebbero per tutti noi”, si legge nella lettera inviata dai 170 al loro comandante, a cui potrebbero presto aggiungersi altre 80 firme.
La Sayret Matkal, la cui attività è avvolta nella segretezza, si occupa di missioni di raccolta di informazioni d’intelligence oltre le linee nemiche, operazioni di controspionaggio e liberazione di ostaggi. Fu protagonista del leggendario raid all’aeroporto di Entebbe nel 1976, in cui morì in azione Yoni Netanyahu, fratello del premier. Ben due primi ministri, Ehud Barak e Naftali Bennett, ne hanno fatto parte.