Francia, ridicola tesi del ministro Darmanin: gli immigrati non c’entrano. Per Macron è colpa dei social

4 Lug 2023 20:30 - di Robert Perdicchi

Sondaggio choc in Francia. La morte di Nahel è stata solo un pretesto per chi voleva spaccare tutto. La pensano così l’89% dei francesi, secondo un sondaggio choc dell’istituto Elabe per Bfmtv. Il 93% condanna le violenze contro gli edifici pubblici e l’89% quelle contro la polizia. Allo stesso tempo un 20% dice di capire le violenze contro le forze dell’ordine (fra cui il 40% dei meno di 25 anni e il 35% degli elettori del partito La France Insoumise di Luc Melenchon). Il 14% dice di capire e condannare allo stesso tempo.

Francia, le strane dichiarazioni del ministro Darmanin

A causare le rivolte di questi giorni in Francia ”sono i giovani delinquenti e non gli stranieri’‘ e ”sono loro il problema da affrontare”, è invece il parere strambo del ministro degli Interni francese Gerald Darmanin, secondo il quale ‘meno del 10 per cento dei circa 4mila arrestati in questi giorni è straniero”, mentre ”il 90 per cento sono francesi”. Non c’è alcun collegamento tra le rivolte e l’immigrazione, ha detto il ministro, “non confondete i dibattiti” sottolineando che “solo 40 persone erano idonee per il centro di detenzione amministrativa”.

Macron pensa di bloccare l’uso dei social

Se la situazione dovesse “sfuggire di mano” non è escluso in Francia un intervento che limiti i social network. Lo ha dichiarato il presidente francese, Emmanuel Macron, durante il suo incontro con centinaia di sindaci francesi, mentre nel Paese resta alta la tensione dopo l’uccisione del giovane Nahel per mano di un agente. “Bisogna fare una riflessione sui social, sui divieti che dobbiamo mettere. E, quando le cose sfuggono di mano, forse dobbiamo metterci nella condizione di regolarli o limitarli”, ha dichiarato Macron, citato dal sito dell’emittente Bfmtv.

Intanto, la raccolta fondi istituita dalla famiglia dell’agente della polizia francese che a Nanterre ha sparato al 17enne Nahel M, uccidendolo e dando il via alle feroci proteste che per quasi una settimana hanno infiammato la Francia, ha già raggiunto la somma di 1 milione di euro. Una cifra pari a 5 volte quella ottenuta dalla raccolta fondi aperta dai parenti del giovane di origini nordafricane. francese Manon Aubry.

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