Eccezionale scoperta a Selinunte: sotto la sabbia, tra la vegetazione, riemerge un porto della città antica
Dal meraviglioso “scrigno” di Selinunte spunta un’altra incredibile ricchezza. Il sito archeologico continua a regalare sorprese che potrebbero rivelarsi clamorose e contribuire a ridefinire la storia antichissima della città siceliota. Così, rilanciata dal governatore Schifani, arriva la notizia di un’ultima scoperta, avvenuta durante dei semplici lavori di disboscamento e ripristino del Vallone del Gorgo Cottone, alla foce del fiume omonimo, lungo la riva occidentale, è emerso quello che potrebbe essere parte di uno dei porti dell’ex colonia Megara iblea, uno dei centri di traffici commerciali tra i più importanti del mar Mediterraneo.
Selinunte, sotto sabbia e vegetazione, spunta la struttura di un porto
All’inizio è affiorato solo l’angolo di un blocco. Il resto era sepolto sotto uno strato massiccio di sabbia e di vegetazione recente. Poi, a mano a mano, è emersa una struttura lunga 15 metri e quattro filari di blocchi. Per un’altezza di circa 1,80 metri: è così che è stata scoperta casualmente, a pochissima distanza da quella che doveva essere la darsena collegata al mare, a un centinaio di metri dalla riva attuale, che potrebbe essere parte di uno dei due porti dell’antica ex colonia di Megara iblea, ampio e imponente come richiedeva una delle più importanti città del Mediterraneo.
Le ipotesi degli archeologici sulla scoperta
Ad oggi gli archeologi non azzardano teorie, ma formulano ipotesi sull’imponente architettura. Dalla prima, che indaga sulla possibilità che il rinvenimento odierno potesse fungere da struttura di contenimento sul fiume. Una tesi che sarebbe supportata da approfondimenti condotti con il georadar, che registra molte altre strutture sotto la sabbia. Ma i resti emersi potrebbero anche testimoniare le pareti di una darsena per le barche, magari collegata alle 80 antiche fornaci scoperte molto più a monte. O, in ultima istanza, potrebbe essere la base di un ponte sul fiume.
Selinunte, un rinvenimento che potrebbe far riscrivere la topografia della città antica
Ipotesi storiche, supposizioni archeologiche che impongono il condizionale nell’analisi e ricostruzione di un ritrovamento su cui gli studiosi hanno al momento una granitica certezza: quello appena spuntato a Selinunte è un ritrovamento di grandissimo interesse che potrebbe far riscrivere la topografia della città antica. Una scoperta che potrebbe sviluppare un progetto multidisciplinare e avviare ricerche a partire dalla struttura appena rinvenuta in quello che appassionati e addetti ai lavori non esitano a definire un sito archeologico di inesauribile bellezza e ricchezza.
Schifani: l’isola si conferma scrigno inesauribile di ricchezza
«Appena pochi giorni dopo il ritrovamento a Segesta, arriva un’altra scoperta che conferma la Sicilia un inesauribile giacimento di reperti che contribuiscono a riscostruire una storia millenaria gloriosa e figlia di scambi culturali e economici incessanti – ha commentato allora il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – . È il patrimonio di cui siamo eredi e orgogliosi portatori, ma anche custodi. Per questo abbiamo la responsabilità di riscoprirlo, di studiarlo e di proporlo alle nuove generazioni. Insieme a questo, abbiamo un’opportunità unica per rendere l’offerta culturale una proposta turistica sempre più ricca che diventi risorsa di sviluppo per la nostra Regione. Mi congratulo con gli archeologi del Parco archeologico di Selinunte per questo nuovo rinvenimento». Ora l’impegno è quello di riportare alla luce quest’ultima, grande scoperta emersa da un parco archeologico siciliano, nella sua complessità e interezza.