Dieci anni fa il sequestro di padre Dall’Oglio. Meloni: “Massimo impegno per riportarlo a casa”
“Il 29 luglio 2013 è stato sequestrato a Raqqa padre Paolo Dall’Oglio, fondatore della comunità monastica di Deir Mar Musa e testimone instancabile di pace e dialogo tra le diverse confessioni religiose in Siria. Sono trascorsi dieci anni dal suo rapimento, ma la speranza di poterlo riabbracciare non si è mai spenta”. Lo afferma il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Il governo – aggiunge Meloni – esprime vicinanza ai famigliari, ai cari e ai confratelli di padre Dall’Oglio e rinnova il massimo impegno dell’Italia per riportarlo a casa. Siamo al fianco delle comunità cristiane sofferenti a causa dei conflitti e delle persecuzioni e facciamo nostre le preoccupazioni espresse dai vescovi siriani per le grandi difficoltà che quotidianamente affronta il popolo siriano”, conclude la premier.
Padre Paolo Dall’Oglio: il sequestro non è mai stato rivendicato
Il gesuita romano si trovava a Raqqa, nel Paese arabo dove nel 1991 aveva fondato a Mar Musa la sua comunità monastica dedita all’amicizia islamo-cristiana. Dal 29 luglio di dieci anni fa non si hanno più notizie di padre Paolo, il cui sequestro non è stato mai rivendicato. Nell’autunno dello scorso anno, la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta relativa alla scomparsa del sacerdote, data l’impossibilità di accertarne la sorte.
Mattarella: un decennale che rinnova il dolore e il ricordo di un uomo generoso
“In questo giorno che rinnova il dolore e, con esso, il ricordo di uomo generoso, che ha donato tutto se stesso alla solidarietà, al dialogo, all’aiuto di chi più è nel bisogno, desidero esprimere i sentimenti più profondi di vicinanza ai familiari e a quanti con loro condividono lo strazio dell’attesa”. Lo dichiara il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“Paolo Dall’Oglio, testimone e costruttore di pace, ha fatto sì che la sua fede religiosa non si sia mai espressa come motivo di contrasto. La sua vita – prosegue il Capo dello Stato nella nota – è sempre stata una spinta incessante a ricercare la condivisione, l’incontro, la giustizia, l’unità, in nome della persona, di ogni persona, della sua integrità, della sua inviolabile dignità. Ha sfidato pregiudizi e regimi, ha vissuto con i più poveri, ha percorso coraggiosamente i deserti e i territori dei conflitti, dell’odio, della sopraffazione, per portare speranza e umanità”. “Per quanto possano apparire inermi, i testimoni di pace sono protagonisti della storia. La memoria della loro presenza e del loro passaggio va tenuta alta, ancor più in una stagione in cui le ferite della guerra insanguinano il Medio Oriente e la nostra Europa”, conclude il Presidente Mattarella